venerdì 2 febbraio 2024

È sempre globalizzazione

“Parlare di deglobalizzazione è in contrasto con i dati commerciali”. È sicura e ottimista la segretaria generale della Wto, la World Trade Organisation, che regola gli scambi mondiali, economista americana di origine nigeriana: tutto va per il meglio dal suo osservatorio. Basandosi sulle cifre, spazza via molti dei discorsi che si fanno sulla deglobalizzazione – dazi, contingenti, aiuti nazionali all’indusria, e reshoring, rinazionalizzazione degli investimenti.
“Il commercio globale di merci ha raggiunto livelli record nel 2022. Oltre tre quarti del commercio è stato condotto nei termini tariffari della «nazione più favorita»…
“Gli scambi fra Stati Uniti e Cina hanno raggiunto il massimo storico di 691 miliardi nel 2022, il 24 per cento in più che nel 2019”.
“La quota delle lavorazioni intermedie – beni utilizzati per produrre altri beni – nelle esportazioni mondiali resta approssimativamente costante, facendo pensare che non c’è stato alcun reshoring di massa nella catene di approvvigionamento mondiali. Le imprese prendono ancora decisioni di approvvigionamento basate su considerazioni di costo e qualità” - non su considerazioni politiche o di sicurezza.
Okonjo-Iweala si spinge semmai a prospettare una ”riglobalizzazione” ma nel senso di migliorare e ampliare gli scambi. Basandosi, più che sull’amento del commercio di beni, sulla liberalizzazione dei servizi: alla globalizzazione industriale si accoppierebbe uno sviluppo enorme, negli stessi termini della “rivoluzione produttiva”, anche nelle forniture di servizi. Con un ruolo anche in questo caso accresciuto per le economie asiatiche, come già è stato per le frontiere aperte industriali, ma con benefici elevati per le economie industriali - tra essi il contenimento delle spinte inflazionistiche.
Ngonzi Okonjo-Iweala, Wto Annual Report 2023, free online

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