Il sogno bello dell’Italia che si avvera
I ragazzi genovesi che sognarono
l’Italia. Bravi ragazzi, di buona famiglia, incoraggiati e finanziati dai
coniugi Rebizzo e Raffaele Rubattino. Seguiti nella loro rapida maturazione
politica, in pochi mesi, fino alla spedizione come volontari in Lombardia nel
1848 – e successivamente a Roma, con Mazzini e Garibaldi. Attorno a un Nino
Bixio calamitante – uno straordinario Amedeo Gullà (una scoperta del produttore
Agostino Saccà, un attore calabrese che sa essere il più “genovese” di tutti).
E all’adolescente Mameli, che un amore infelice porta alla consapevolezza del
bene e del male, e il lirismo indirizza al “Canto Nazionale”. Contrabbandato
alla processione cittadina dell’Oregina, che trentamila persone finiranno per
cantare in coro.
Eccellente anche Barbara
Venturato, scelta felicissima per Geronima Ferretti, soprattutto nella drammatizzazione
estrema che lo sceneggiati impone alla vicenda. Geronima e Goffredo, compagni
d’infanzia, si ritrovano naturalmente innamorati quando lei esce dal collegio -
impossibile non innamorarsi di lei, che sceneggiatura e interpretazione fanno
irresistibile. Se non che il gesuita che domina in casa Ferretti la destina a
un vecchio nobilastro. Una storia senza fine, che lo sceneggiato fa finire (melo)drammaticamente.
Un’idea e una produzione di
Agostino Saccà. Una rappresentazione ordinata, semplice, che emoziona – per una volta
non commemorativa, stentorea (si parla di queste cose per i centenary). Il
Risorgimento è stato l’unica vera rivoluzione europea dell Ottocento, popolare
cioè, unitiva e non divisiva, sentita, combattuta contro ogni handicap - fino a
Teano. E tale fu vissuta in tutta l’Italia, dalle Americhe, e dall’Europa intera.
Dai popoli dell’Est, in vario modo sottomessi, ma anche a Londra, negli Stati
tedeschi, nella Francia non ufficiale. Mameli morirà giovane, ma resta vivo.
Luca Lucini-Ago Panini, Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia,
Rai 1, Raiplay
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