giovedì 1 febbraio 2024

Niente Ruanda, siamo inglesi

Da un paio d’anni colonia destinata per gli immigrati respinti da Londra, l’ex colonia africana ancora non ne ha ricevuto uno. La decisione del premier populista conservatore Johnson era imbarazzante, per  l’opinione, la corona, il Ruanda. E il primo ministro venuto dall’Asia, dai nervi freddi (“digiuno 36 ore a settimana”) Sunak ha rimediato con l’attendismo. Anche contro il fronte conservatore che non vede l’ora degli imbarchi in senso inverso, in aeroplano.
Sunak ha rifatto le legge sulle espulsioni in Ruanda, dopo le obiezioni della Corte Suprema. Ma  evitando le richieste ultimative degli oltranzisti. Intanto, i mesi passano e la questione immigrazione prende sspetti diversi. A un dato in un certo senso segue uno in senso opposto, e la questione è in surplace.
A dicembre l’ufficio nazionale di Statistica ha rivisto al rialzo la stima dell’immigrazione netta nel 2022, da 606 mila a 745 mila individui.  Ma con temporaneamente, lo stesso istituto (Ons) ha stimato che senza immigrati l’economia si bloccherebbe: la disoccupazione è poco sopra il 4 per cento, e un milione di posti di lavoro sono vacanti.
Contemporaneamente, Sunak ha indirizzato il dibattito sull’immigrazione “illegale”, a mezzo di natanti di fortuna attraverso la Manica. Che sono risultati essere solo il 4 per cento del totale.

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