Ombre - 706
“Dall’inizio
del conflitto arrestati oltre 6 mila abitanti della Cisgiordania”, palestinesi.
Il dato è della Palestinian Prisoners’ Society, quindi di parte. Ma è un fatto
che i palestinesi detenuti in Cisgiordania, 6.704 a inizio novembre nel
conteggio di Ha Moked, ong israeliana che li assiste, erano per un terzo in “detenzione
amministrativa”. Come è avvenuto per quasi tutti gli arresti successivi. Cioè
detenuti dall’esercito, senza accusa né processo, su “informazioni segrete”, da
cui il detenuto non può discolparsi. Israele precisa che la “detenzione amministrativa”
la esercitano gli Stati Uniti a Guantànamo, e quindi è procedura riconosciuta
di diritto internazionale.
Dunque,
la tassa una tantum sugli extraprofitti delle banche ha fatto flop. Ma “le prime
banche pagano 10 miliardi di tasse”, calcola “Il Sole 24 Ore”, il 73 per cento
in più che sul 2022. Intesa paga 1.4 miliardi in più. Di più, percentualmente,
cresce l’imposizione, diretta e indiretta, per Unicredit, del 120 per cento, da
819 milioni a 1,9 miliardi. La supertassa è stata un errore? Il Tesoro è - era –
ritenuto la migliore amministrazione italiana, più competente ed efficace.
Lo
stesso giornale fa il conto, allo stesso ministero, della farsa delle “imposte
e contributi non riscossi”, da anni, da decenni: a fine 2022 erano 1.100 miliardi,
a fine 2023 quasi 1.207. Invece che diminuire, le imposte non riscosse si moltiplicano:
“L’Italia è, dopo la Grecia, il paese col più alto rapporto tra imposte non riscosse
e imposte versate, vicino al 200 per cento”. Paghi uno, te ne regaliamo due? Mentre
“i grandi paesi europei” hanno “tutti un rapporto inferiore al 10 per cento”.
Ma
il bello, per così dire, è che non si pensa di rimediare. Al ridicolo, oltre
che al danno.
Si
dicono le banche in ottima salute grazie al caro-denaro imposto dalle banche
centrali. Così pensava anche il Tesoro, quando chiese la tassa sui superprofitti?
Ma l’ottimo quadro presentato dalle banche che hanno già chiuso i conti,
Unicredit, Intesa, Bpm, Mediobanca, Mps, Bper, non trova analogo riscontro in
Europa. Mentre negli Usa si registra un forte calo degli utili, del 45 per cento.
Merito della Vigilanza Bce specialmente occhiuta con le banche italiane, o suo
malgrado?
Ad ascoltare le risposte del governo (Tajani) alle
interrogazioni parlamentari su Ilaria Salis non c’era nessuno. Letteralmente.
Nessuno degli interroganti, per esempio non Laura Boldrini. C’era solo Provenzano
del Pd.
Il
giorno dopo il “Corriere della sera” prova a chiedere dello scandalo Salis a
Budapest. Dove non trova che nazisti. Nessuno che ne sappia nulla - anche tra i
(pochi) manifestanti di sinistra.
Salis
è stata arrestata per calci e pugni contro manifestanti isolati, un anno fa,
alla commemorazione dei morti ungheresi, inquadrati nell’esercito di Hitler,
per mano dell’Armata Rossa nel 1945. Erano nazisti? Non si può dire. Sicuramente
ci sono neonazisti alla commemorazione di questo eccidio, a lato della
cerimonia pubblica. Ma la cerimonia non si può dire nazista: solo dieci anni
dopo il fatto l’Ungheria tutta si ribellava
al sovietismo. E ha continuato a pagare cara l’insurrezione, ancora per un quarto
di secolo.
Una
società inglese che gestisce una truffa contro gli automobilisti nel nome
dell’ecologia – aree chiuse, senza adeguata segnaletica, ai veicoli non Euro 6
- ha fatto in poco più di due anni 320 mila multe a mezzi europei. Anche costose,
di migliaia e decine di migliaia di euro. Servendosi per notificarle di un impiegato
belga con accesso al data base europeo dei mezzi circolanti. Scoperto e denunciato
il belga, il sistema è proseguito grazie a “una polizia italiana”, spiega il
“Guardian”. Il Belgio ha mandato a processo l’impiegato e, con l’Olanda, invita
i concittadini a non pagare le multe. In Italia, dove c’è pure una Autorità per
la Privacy, si fa finta di nulla.
È
instancabile, perfino noioso, l’impegno delle cronache romane, del “Corriere
della sera”, “Il Messaggero”, “la Repubblica”, a legare Visco jr, figlio
dell’ex ministro delle Finanze, che è entrato ed è rimasto in Invitalia per
riguardo al padre, alla destra romana, ora che è sotto giudizio per vari
reati. Commessi peraltro – se commessi –
con esponenti del Pd o 5 Stelle.
È
l’impegno anche della Procura di Roma, dovendo evidentemente in qualche modo
mandare Visco jr. a processo?
Si
tenta perfino di nascondere il fatto che Visco jr è figlio dell’ex ministro delle
Finanze, materia di cui è forse il maggiore esperto. “la Repubblica” lo fa
figlio di Ignazio Visco, l’ex governatore della Banca d’Italia.
Con
variazioni modeste tra le varie serate, la seconda (o terza?) parte di Sanremo
risulta seguita da sette milioni di spettatori. Pensionati? Difficile, è la
parte del festival che va dalle 11.30 alle 01.30. Bambini certamente no.
Ragazzi nemmeno, il giorno dopo vanno a scuola, sveglia alle 7, al più tardi.
Dunque, sette milioni di italiani lavoratori guardano la tv all’1, le 2 di
notte. E il giorno dopo?
Gazzetta.it
mette a confronto ricavi, profitti\perdite e debiti di Juventus, Milan e Inter –
elencati per valore dei ricavi (comunque modesti, poco più o poco meno di 400
milioni, fra i meno performanti in tutta
Europa). Solo il Milan, di proprietà di un fondo, è gestito in attivo, e ha
debiti modesti, 170 milioni. L’Inter ha debiti record, 705,4 milioni. Col suo proprietario cinese – pagava l’8 per
cento al proprietario precedente, un indonesiano?
Solo la metà dei beneficiari delle case Ater nel Lazio, le case popolari, paga il canone, per quanto modesto. L’insolvenza si può dire legale, non c’è rimedio. Infatti, quando gli affittuari sono circoli politici e sindacati la percentuale dei morosi sale a due terzi. Qui la giustizia all’italiana si manifesta come di parrocchia, politica per così dire.
“Metà
delle case Ater a Roma è
occupata da un moroso, con tassi elevati di evasione a Garbatella e Prati”. Nel
quartiere più alla moda, e in quello più borghese. A Prati, è vero, moltissimi
sono gli avvocati.
“Il
54nne Jacopo P., un assegnatario di alloggio popolare, moroso, gestisce in
subaffitto la casa Ater al centro di Garbatella da Ibiza, dove risiede da una
decina d’anni”. C’è molto rispetto per i poveri rentier di Ibiza, non sapremo mai il nome del 54nne.
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