Un monumento a Manuela
Kustermann, che in solitario, in un scena senza scena, per un’ora e mezza
rilegge le memorie di Kiki de Montparnasse, a tratti anche spalle al pubblico,
nuda – come la Kiki di Man Ray. Entrare nel personaggio di Kiki non sarà stato
arduo, è simpatica, spiritosa, sa raccontarsi, ma gestirlo si direbbe
impossibile, se non che è stato fatto.
Alice Prin, per tutti Kiki, è
una vera donna, non “una signora”, spiega Hemingway, che eccezionalmente ne
presentò le memorie: “Questo è
l’unico libro per cui io abbia mai scritto la prefazione e, se Dio mi aiuta,
resterà anche l’ultimo. È scritto da una donna che, per quanto ne so, non ha
mai avuto un angolo tutto per sé. Quando sarete stanchi dei libri scritti dalle
signore scrittrici d’oggigiorno, eccovi un libro scritto da una donna che non
fu mai una signora. Per circa dieci anni Kiki fu lì lì per essere una regina, ma
questo naturalmente è molto diverso dall’essere una signora”.
“Kiki aveva un bel viso e ne aveva fatto un’opera d’arte”,
attesta Hemigway: “Aveva un corpo meraviglioso e una bella voce; fu un’icona e
certamente dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non
abbia dominato l’epoca vittoriana”. Immagini dei pittori dell’epoca, gli anni
1910-1920 si susseguono, con i ricordi di Soutine, Fujita, Man Ray, che sarà
anche il suo amore – Kiki, di spalle, è il “violon d’Ingres” della celebre
foto di Man Ray.
Consuelo Barilari ha editato
le memorie e curato la regia.
Consuelo Barilari, Souvenir de Kiki, Teatro Vascello Roma
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