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Un’Europa di nati dall’estero
Spulciando i dati demografici di
Eurostat, la centrale statistica europea, la tendenza è delineata verso un’Europa
sempre più abitata da immigrati, recenti. Se in Italia la percentuale di nati
all’estero è limitata, nel contesto europeo, attorno al 10 per cento, la tendenza
invece è forte e in crescita in Germania,
e robusta in Centro Europa: Svizzera, Austria, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia.
In Germania i nati all’estero
sono il 19 per cento della popolazione residente, cioè oltre 15 milioni, quasi
uno su cinque. Analoghe le percentuali per l’Austria (21 per cento), il Belgio
(18 per cento), l’Olanda (15 per cento). In Svezia i residenti nati all’estero
erano due anni fa il 20 per cento della popolazione, due milioni, uno su cinque.
In Norvegia il 17 per cento. Con un record per la Svizzera, 30 per cento, quasi
uno su tre.
In crescita sono i “nati all’estero”
di provenienza non europea. In Germania nove milioni di nati all’estero vengono
da psesi non europei, il 60 per cento. E la proporzione è in aumento: l’ultimo
dato censito, il 2021, dà sulle quasi 100 mila nuove acquisizioni di
cittadinanza una quota del 75 per cento di non europei.
Negli altri paesi europei l’incidenza
dei nati all’estero è minore, ma ovunque in ascesa. In Spagna sono il 16 per cento
della popolazione, in Francia del 13 per cento – in Italia il 10. In tutt’e tre
i paesi gli stranieri residenti non europei sono mediamene due terzi del
totale, circa il 70 per cento.
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