venerdì 8 marzo 2024

Gioventù in ospedale, e ritmo

I vari medici  che sui social criticano “Doc” – diagnosi azzardate, terapie sperimentali, troppe guarigioni, illude i malati, specie di tumori… - non afferrano il successo della serie. Che non sta nelle diagnosi – che nessuno capisce – ma nel ritmo (ricoveri, cure, peggioramenti-miglioramenti). limitando le vicende di contorno, personali, familiari, professionali, che invece nelle storie Rai tendono a prendere il sopravvento (“Lolita Lobosco” eccetera). E poi nel ruolo  pratico, attivo, positivo, dei giovani. E nell’ospedale come dovrebbe essere, ordinato, pulito, e in cui la malattia è una persona – il malato non è quello con cui nessuno parla, un caso senza nome. Un luogo in cui si parla. E con un minimo di riservatezza.
La salute c’entra poco – è difficile godersi come spettacolo l’ospedale e la malattia. Anche Argentero, il ”doc” risolutore e smemorato, funziona perché dà ritmo al ritmo.
Jan Michelini-Ciro Visco, Doc, Rai 1, Raiplay

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