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La sindrome Collina
Erano passai venti minuti di
Bayern –Lazio, giocati a velocità da centometristi, e l’arbitro Vincic, uno
sloveno, aveva fischiato solo due punizioni. Al 21’ c’è stato una fallo da giallo,
per bloccare una “ripartenza”, ma Vincic
si è limitato all’ammonizione verbale. Al
20’ di Napoli-Juventus l’arbitro Mariani aveva già ammonito i due pilastri del
club torinese, Vlahovic e Bremer, per falli
veniali e forse inesistenti; aveva “fatto” la partita.
L’ammonizione subito è un modo per
mettere un calciatore fuori dal match.
Ma non uno qualsiasi. Era la chiave del potere del famoso arbitro Collina, quello
che “faceva” le partite, ed è il modello dell’arbitro italiano – fra le tante
sue imprese, l’espulsione di un calciatore che era appena entrato (un
calciatore del Bologna, la città dove era per caso). Guardando Lazio-Milan la
sindrome Collina era ancora più evidente, perfino grossolana: l’arbitro Di
Bello non sbagliava, voleva sbagliare. Volontà altrettanto evidente nel caso poi
dell’arbitro di Inter-Genoa, Ayroldi, che faceva vincere il club milanese non
per errore: dava un rigore (necessario a far vincere l’Inter) per un fallo che
addirittura non c’era – menre era palese a tutti la simulazione dell’interista
coinvolto, Barella.
Collina decideva le partite. Non ha
inventato le ammonizioni “strategiche”. Queste erano invenzione di Concetto Lo
Bello, l’assicuratore che faceva l’arbitro, e poi ha fatto anche l’onorevole Dc
- non lasciando traccia a Montecitorio, salvo che nel “Transatlantico”, dove
stravaccato sul divano era famoso per il racconto di come aveva fottuto Agnelli,
da milanista, lo ripeteva inesausto. Collina non ha fatto l’onorevole - negli anni
suoi non era più possibile. Ma ha scaat tute le psiziioni delacategoria, i
match iù imortanti, desigantre arbitrale dell’Italia, pi dell’Ucraina, poi dell’Uefa,
ora da molti dela Fifa. Ed è dievntato il mdello degli arbitri italiani; “fare”
le aprtite invece di facilitare (consentire, … rare) il gioco del calcio.
Ps. Barella è un nazionale, e
quindi si supporrebbe leale, dovendo mobilitare le simpatie di tutti. Ma quella
di Inter-Genoa non è la sua prima simulazione.
Un altro Nazionale, Bastoni, è
stato protagonista di un’altra vittoria rubata dall’Inter, col Verona – arbitro
un Michael Fabbri. Gli arbitri hanno regalato quattro punti all’Inter, molto
necessari nei momenti del regalo, e in partite casalinghe contro squadre
modeste.
Questo è un altro discorso. Ma
anche questo aggiunge alla sindrome Collina. Che professandosi come Lo Bello
anti-juventino raccoglie le simpatie di due terzi degli italiani, e con esse
la fama di onestà. Ha potuto così frequentare settimanalmente l’addetto agli
arbitri del Milan, e poi farsi testimonial
della Opel, sponsor del Milan. Sempre
campione di onestà.
Tutto Collina ha messo a frutto, da
bravo “consulente finanziario”, si capisce che sia un modello.
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