L’Europa arranca nella produttività
Chi lavora meglio, più produttivamente,
in Occidente: gli Stati Uniti o l’Europa? Un tema trascurato, la produttività, del
lavoro o dei materiali, in termini di resa per unità di costo. In America si
stima la migliore performance dell’economia rispetto all’Europa come l’effetto
della migliore produttività. L’investimento in nuove tecnologie in rapporto al
pil è stato nel 2022 il 3,7 per cento negli Usa e il 2,3 nell’Eurozona. La
spesa in ricerca e sviluppo, sempre in rapporto al pil, è stata nel 2012 del
3,5 negli Usa e del 2,3 nel’Eurozona. Il tasso di formazione dello stock di
capitale (escluse le abitazioni) in rapporto al pil è stato nei vent’anni
2002-2022 il 2,4 per cento annuo negli Usa, l’1,7 nel’Eurozona. I brevetti per
milione di abitanti nel 2023 sono stati 40 negli Usa e 28 nel’Eurozona. L’economista
Patrick Artus, specialista di questi calcoli, stima che la produttività pro
capite nel primo ventennio del millennio è cresciuta del 43 per cento negli
Stati Uniti e del 10 per cento nell’Eurozona.
Di parere opposto è l’“Economist”, che alla
produttività comparata ha dedicato un’indagine quattro mesi fa. Secondo l’“Economist”
gli Stati Uniti hanno registrato un’impennata nella produttività nel decennio
1995-2004, per la diffusione della tecnologia informatica. Ma dal 2011 hanno
ripreso a soffrire di un “declino secolare” della “produttività manifatturiera”.
Sia nei beni durevoli sia nei non durevoli.
Secondo le misurazioni della rivista, tra
il 2000 e il 2011 la produttività manifatturiera americana è cresciuta del 45 per
vento, contro il 38 per cento Ue (senza la Gran Bretagna). Nel decennio
successivo, tra il 211 e il 2022, è invece declinata, di un 5 per cento, mente
in Europa è cresciuta di un altro 21 per cento.
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