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L’infanzia felice fa felice la vita
Due bambini, la figlia giocosa
del mugnaio e l’orfanello scontroso preso in casa, crescono insieme, di tacita intesa,
l’una ricaricandosi con l’altro, nella campagna, di cui scoprono le molteplici
vite. Poi vengono separati. Poi si ritrovano. Attorniati da maschere: il padre
buono, la moglie e madre Santippe. Sempre attorno al Varmo, il luogo delle
prime esperienze e del destino – un affluente del Tagliamento, nel Friuli di
pianura, tuttora vantato come “risorgiva bellissima, molto ben popolata da marmorate,
fario, iridee e temoli”.
Un racconto in pegno di
amicizia: “Ispirato dalle memorie d’una passeggiata insieme godutaci”, dice
Ippolito nella dedica, all’amico Francesco Verzegnassi. In “pegno d’amicizia e
di morale concordia”, tra “due diversissimi d’opera e di studi”. Una trama
semplice, che serve al ricamo delle forme naturali in tutte le espressioni dei
suoi soggetti, acque, erbe, arbusti, alberi, animaletti: i colori, gli odori,
le luci – e le funzioni, le attitudini, le metamorfosi (la deciduità).
Un racconto della natura, in realtà.
Dei luoghi propri, dell’infanzia e la prima giovinezza, e della vita in
campagna, per quanto povera. E un esercizio di virtuosismo linguistico. Un uso
spropositato del vocabolario – non soltanto aggettivale. Godibile come reperto:
come testimonianza di un uso sregolato della lingua nella narrazione, mossa per
ripetizioni e accrescitivi.
“Il Varmo” è una delle otte
novelle che dovevano pubblicarsi in volume, nel 1856, opera del Nievo poco più
che ventenne, col titolo “Novelliere campagnuolo”. Poi stampati variamente solo
in riviste, per lo più a puntate. Opera del Nievo poco più che ventenne,
ispirato dai “romanzi campestri” di George Sand, di cui era ghiotto, e dalla
vena localistica dei veneti Francesco Dall’Ongaro e Caterina Percoto, nonché
dallo scrittore risorgimentale Giulio Carcano, a Milano - dove Nievo sta per
approdare.
Un esercizio del racconto in
forma poetica. Che tanto più fa capire e rivalutare l’impegno di Manzoni per
una lingua attiva, marciante – e al confronto concisa: significante più che
discorsiva. Nella narrativa e nella saggistica – dove l’incisione è forse
ancora più drastica.
L’edizione amazon è una stampa
del caricamenteo online, solo spaziata, ma senza altro sussidio editoriale, nemmeno
la numerazione delle pagine. Quella veneta, dell’editrice Tracciati, è un vero libro, e si avvale
di una corposa introduzione di Mariangela Lando, dell’università Ca’ Foscari a
Venezia
Ippolito Nievo, Il Varmo, amazon, pp. 74 € 4
Tracciati, pp. 96 € 12
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