Ossessione Tolstoj fra sesso e morte
Racconti del mondo rurale. Ignorante: il valore della cartamoneta si individuava
e designava per il colore, i “limoni”, i rossi, i turchini. Promiscuo: si
dormiva tutti nello stesso letto. Sudato e sporco. Ma con donne giovani e
forti.
Quattro racconti che sono “tutto Tolstoj”, abbracciano i suoi
cinquant’anni di attività letteraria.
Tema conduttore, si dice, il sesso. Secondo qualcuno sarebbe stata
l’ossessione di Tolstoj, già prima, molto prima, della conversione
socio-religiosa. E in questi racconti le situazioni, se non i toni, sono
boccacceschi: mariti ignari, mogli procaci e provocanti, situazioni e tutto il complesso
fisico della seduzione, sguardi, bocche, parole, mostrarsi e non mostrarsi,
invitare e beffare. Ma, a leggerli di seguito, il filo è dell’ansia o
ossessione della morte – filo che si rintraccia anche nei grandi romanzi, in
“Guerra e pace” naturalmente, in “Anna Karenina”. L’annullamento di sé nel
“Diavolo”, morti violente negli altri racconti. Senza forzature, morali o ideologiche. E anzi con leggibilità persistente, con la scrittura fluida e solida che anche in questi racconti fa il
Grande Narratore. Ma con tensione percettibile.
Il sesso qui è la contadina. Giovane, i piedi scalzi, le scarpe in mano,
la gonna tirata su sui polpacci solidi, lo sguardo vispo, la battuta pronta, si
direbbe un modello di seduzione. Ma era un mondo di fango e fieno. E Tolstoj
era un altro, il barin snob se non ricco, non il moralista della vecchiaia.
La sua contadina è il suo “andare verso il popolo”, da giovane e meno giovane, nobile
e padrone di campagne, nella “possessione” inevitabile. Anche se, pare, un
figlio con una contadina l’ha fatto. Oltre ai tredici con la giovane moglie, di
32 anni minore (Tolstoj ragazzo era innamorato della madre di lei, che gli
passava un anno o due), e “Il Diavolo”, benché tornito e ritornito, si tenne
chiuso nel cassetto.
Una raccolta forse casuale. Insieme col racconto più famoso, quello lungo del
titolo, uno dei primi racconti di Tolstoj, “Tre morti”, e due altri racconti
lunghi, “Idillio”, non finito, nel senso di non licenziato, anch’esso postumo,
e “Il divino e l’umano” - titolato anche “Altre tre morti”. Qui peraltro niente Boccaccio, solo morte, per terrorismo - un racconto che si potrebbe leggere ambientato in Italia un secolo dopo, tal quale, variando solo i nomi (il terrorismo non ha varianti?).
Lev Nikolaevič Tolstoj, Il diavolo e altri
racconti, e\o pp. 185 € 10
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