Se Ita è una supercompany - c’è del marcio a Bruxelles
Le cento, o trecento, o seicento, obiezioni
dell’Antitrust di Bruxelles alla fusione Ita-Lufthansa non sono da ridere,
anche se lo sono. Non sono burocratismo, sono la semplice volontà di non consentire
il salvataggio dell’Ita ex Alitalia. Con la ridicola ragione che Ita-Lufthanaa
sarebbe un monopolio. I cosiddetti burocrati di Ita, che poi sono uno solo, la
commissaria all’anti-monoplio Vestager, fanno di Ita, che è falilta tre o quattro
volte, una sorta di Superman, o Superwoman, del trasporto aereo. Nei voli
interni – dove è surclassata dalle low cost. In quelli europei, idem.
E in quelli, perfino, intercontinentali, che ha dovuto tagliare radicalmente, per
arginare le perdite.
Da qui le richieste: Ita e Lufthansa devono cedere alcune rotte ai concorrenti,
cercarseli, e poi finanziarli per qualche anno.
Non c’è da
ridere. C’è, ci sarebbe da dichiarare, che c’è la corruzione e Bruxelles. Che c’è,
lo sanno tutti, ma non si denuncia.
Si ride della
Commissione Europea, come di un branco di burocrati senza senno. Mentre la verità
è un’altra. Specie alla direzione Concorrenza. Una direzione delicata, che
richiederebbe molti audit interni e controlli incrociati. Che invece non si
fanno. Si chieda a Mario Monti, che ebbe anni difficili per farla rigare dritto,
nei cinque anni in cui poté reggerla, perché alla presidenza c’era (lo proteggeva)
Prodi.
Più assurdo
di tutti è una commissaria antitaliana – anti qualcuno o qualcosa. Ma la
commissione di Bruxelles non si pone limiti in termini di assurdità.
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