lunedì 18 marzo 2024

Secondi pensieri - 529

zeulig


Bene – È la risultante di una concezione ordinata e progressista – teleologica – del mondo. Del “Giudizio” di Kant soprattutto, più che di sant’Agostino – fino alla deriva hegeliana. E di Candido.
 
Globalizzazione – Ha rovesciato il mondo. L’ha proposta e gestita l’Occidente – gli Stati Uniti di fatto, l’Europa l’ha subita (l’Occidente è poco europeo) – a scopi di maggio profitto. Ma ha liberato il resto del mondo, aprendo le porte al commercio, senza dazi né contingenti, e ha portato al declino o eclissi dell’Occidente stesso. Comunque ha creato un altro rapporto di forze, rompendo l’equilibrio plurisecolare dalla navigazione oceanica e le scoperte in poi, dal ‘400.
Le sanzioni contro la Russia, gesto isolato dell’Occidente, e lo stesso conflitto, una guerra Nato per procura, alla Russia per mezzo dell’Ucraina, cadute nel nulla nel Resto del Mondo ne sono un esempio: una guerra che, a differenza di quelle del Novecento, non si può più dire “mondiale”, per nessun verso. Compresa forse la minaccia nucleare. L’Occidente finisce da apprendista stregone: ha aperto i cancelli del mercato al mondo – per guadagnare di più, non per generosità naturalmente ma nemmeno per disegno politico – e in pochi anni ne è diventato una parte, non più il tutto: non decide e non governa.  
 
Felicità – Prima che nella Costituzione americana era in Aristotele, come si sa, che alla eudamonìa ha dedicato lunghe considerazioni - e si direbbe la pone al centro della sua etica. Ma la più pratica la dà nel trattato “Politica”: “Da che cosa dipende la felicità? La felicità è costituita dalle seguenti parti: buona nascita, abbondanza di amici, ricchezza, abbondanza di figli e buoni figli, buona vecchiaia, buona condizione fisica. Cioè: bellezza, forza, statura alta, atleticità, oltre a fama, onore, fortuna e virtù”. Come un medico che ordinasse tuta la farmacia.
 
Intelligenza artificialeEmilio Segré era scettico, ancora negli anni 1970, dal punto di vista neurologico, delle ricerche sui neuroni. Eco ne parla nel 1991 come un dato di fatto, a proposito dei frames, schemi di azione (andare al ristorante, alla stazione, aprire l’ombrello) conoscendo i quali un computer è in grado di capire diverse situazioni. Anche di gestirle, si direbbe, già negli anni di Eco, p.es. il navigatore. Ma di capire nel senso di riflettere? No, di recepire, che è diverso. Le ultime applicazioni d’intelligenza artificiale, ai testi, fanno pena – gli input non sono all’altezza di essere intelligenti.
 
Natura – È incoercibile. Nella sua costruttività\distruttività – imprendibile, indomabile. Ma è un mezzo. “Usare la natura come mezzo” è di Kant, “Critica della facoltà di giudizio”, Einaudi, p.264,  per realizzare attraverso di essa la libertà.
 
Ortodossia – Le buone azioni vi contano meno delle parole – Dio raggiunge con la preghiera (le fede).
 
Storia - Luigi XIV, che non si lavava, non era figlio di Luigi XIII? È possibile: la regina Anna d’Austria potrebbe averlo fatto con un amante, o non averlo fatto. La sua gestazione fu tenuta nel mistero da Richelieu, che la odiava per tanti motivi, tra l’altro perché faceva figlie femmine. Ma ciò non è indifferente alla storia, la Francia sarebbe bastarda. O no, cioè sì, è la storia che è bastarda: la materia essendo ignota, è la terra nata da un uovo, in Australia, o da una goccia di latte?, tutti siamo figli in realtà di NN - se la storia degli uomini fosse scritta dalle loro donne, ci sarebbe assai poco da studiare, celia Alvaro. La storia universale è quella di Borges, storia di un uomo solo: dell’uomo senza la donna, che ora si rivela e rifiuta i figli. Se il cuore ha una storia, si spiega che la storia sia scienza dell’infelicità umana: gli uomini, e le donne, non si amano. Gli aztechi cavavano il cuore agli uomini vivi per ridare energia al mondo. Temevano l’entropia.
Il movimento si vuole autonomo, sempre la rivoluzione si fa in avanti. E la realtà è sempre anacronistica. È anarchica. Ecco dov’è l’autonomia della classe operaia: c’è e non c’è, figlia anch’essa di padre ignoto. La storia è l’attività attraverso cui si realizza la libertà, il fine assoluto del mondo, si può marciare con Hegel, perché no, e Croce, quel convinto hegeliano: la storia del mondo è la storia della libertà dell’uomo. C’è da crederci. Che altro? Ma la storia è anche rimozione. Memoria selettiva, per conservare la libertà - rimuovere è muoversi, senza rimozione è un mondo di statue, figure senza ombre. Storia è imparare a ridere delle ori-gini. Delle genealogie. Della questione dell’essere. Ma bisogna ricordare che si rimuove, il rifiuto della storia non esime. Il rifiuto di quale storia?
La storia è del passato, non c’è dubbio, lo attesta il filosofo Gentile. Dove si trova di tutto, la storia è una puttana vecchia. Non da buttare: nei cambiamenti la tradizione pesa, e il modo d’essere, più che l’ideologia e i programmi. Ma i giorni trascorsi non tornano, se non nel ricordo. Che è asfittico, spiega Yourcenar: “La vita passata è una foglia secca, screpolata, senza linfa né clorofilla, crivellata di buchi, lacerata e sfrangiata, che, vista in controluce, presenta soltanto lo scheletro delle sue nervature sottili e friabili. Ci vuole un certo sforzo per renderle un aspetto carnoso e verde”. È un classico: “Il campo della storia mi è sempre sembrato simile alla valle di Giosafat, un campo pieno di ossa; ed ecco, erano molto secche”, lo diceva già Hamann – Johann Georg  Hamann, concittadino, amico, beneficiato, ma disistimatore di Kant, autore della massima: “Solo la discesa all’inferno ci apre la via dell’apoteosi”.
Secondo il Burckhardt di Cantimori la minoranza, vinca o perda, fa la storia in ogni tempo. Chateaubriand è apocalittico, forse in colpa per aver scopato tutte le signore: “La storia è il braccio secolare della vendette dei popoli”, dice. Mentre Vattimo sostiene che la storia ricorda solo ciò che ha vinto, ma va bene lo stesso. La fanno gli uomini, si capisce. La storia è lo stampo che l’uomo libero appone al destino, Jünger attesta che le ha viste tutte, la storia autentica non la possono fare che uomini liberi: “È lì che si trova la sostanza della storia, nell’incontro dello uomo con se stesso, cioè con la sua potenza divina”. La storia parte dall’ozio. Per il bisogno di battere la noia. Quando l’ominide si stancò di vivere in branco, saltellare, ruminare, accoppiarsi, come le scimmie oggi, e prese a ululare alla luna, modulando poi l’urlo, scagliare pietre, affilare selci. Da qui la luna nella poesia: è un reperto protostorico. Finché Marx insuperabile, filosofo della storia, ne ha fatto la libertà, e la scienza insieme della libertà. Perfino il giornale di Giolitti la diceva Grande Vergine.
 
Uguaglianza – “
Uno vale uno” in diritto, una bestialità nel resto.

zeulig@antiit.eu


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