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Dal superbonus al giubileo, il sindaco della provvidenza
Imperturbato Gualtieri, oggi sindaco di
Roma, prosegue dal Campidoglio la frenesia spendereccia che lo contraddistinse
al ministero dell’Economia. Oggi per i mile o duemila appaltatori romani, grazie
ai fondi speciali per il giubileo (essere sindaci di Roma al quarto di secolo è
una pacchia, paga tutto lo Stato). Quando fu all’Economia col miracolo del superbonus,
che secondo gli ultimi calcoli del suo ex ministero costerà 200 miliardi. Un’enormità,
anche Paperone si sarebbe spaventato. Di cui avrà beneficiato il 4 per cenrto
delle abitazioni civii. Un gigantesco privilegio.
L’ex ministro ora sindaco fa come se
niente fosse. Ma nessuno gliene chiede conto. I suoi amici fanno sapere che la
colpa è della Ragioneria Generale, che non ha calcolato il costo del bonus. Ma
la Ragioneria le obiezioni le aveva fatte. Qualcun altro rovescia le responsabiltà
sugli uffici legislativi del ministero dell’Economia. E qui la colpa è
evidente: la tecnica legislativa collaudata si cautela sempre con un plafond,
raggiunto il quale la norma che aziona la spesa cessa di validità. Mentre qui
si sono spalancate le porte. Non un errore, troppo marchiano – un limite alla
fine è stato posto, il termine temporale, ma congegnando la norma in modo che
il termine dovesse slittare.
Ma Gualtieri è come se non ne sapesse
nulla. Come non ne sa nulla l’allora sottosegretario grillino alla presidenza
del consiglio, suo interfaccia per la supermiliardaria regalia miliardaria, Lorenzo
Fraccaro. Che oggi, trombato alle elezioni, mette a frutto, anche lui, il superbonus:
fa il consulente per sanare i danni prodotti dalla sua, e di Gualtieri, legge. Da
libero professionista, in primari studi tributari. Un “campo largo” di bonus.
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