Il calore umano scalda il ghiaccio – e la montagna si ripopola
Un maestro, stanco
di (non) insegnare a bambini disattenti al cellulare, estranei, irrispettosi,
con genitori ingombranti e anche violenti, chiede il trasferimento in una sede
disagiata che nessuno vuole, uno dei paesini che si svuotano sull’Appennino, in
Abruzzo, nella Marsica. Nell’inverno interminabile sotto la neve fitta, anche
se ravvivato dai lupi in branco, perfino dai cervi – un’orsa perfino s’intravvede,
con gli orsetti. Un’avventura. C’è anche da salvare la scuoletta, che va chiusa
se non raggiunge il numero minimo di dieci bambini – si rimedierà con i bambini
di immigrati e di profughi ucraini.
Milani ripete, sulla
neve, il miracolo di “Benvenuti al Sud”, di Luca Miniero, l’altro dominus
della commedia all’italiana, il clash di culture, tra il forestiero e i
locali, di linguaggi e riti diversi. Un racconto semplice nel registro dell’avventura,
piena di atmosfere. Grazie anche alla
misura dei due protagonisti, che resistono alla tentazione di fare i comici brillanti,
per cui sono famosi, Albanese e Virginia Raffaele – basta i linguaggi vocali, i
suoni. Con l’idea pagante di avere comprimari i locali, gente comune di Viletta
Barrea e di Pescasseroli. Specie i bambini della scuola – da cui Milani sa
estrarre., con luci, inquadrature, tempi, mille sfumature, di personalità,
interessi, e ancora una volta linguaggi.
Si
direbbe il racconto dei linguaggi. Curati anche nelle sfumature. Albanese
arriva con l’italiano lombardo. Raffaele, vice-preside di una scuola elementare
di un sola classe di pochi bambini, è sempre sul ciglio di quella che si prende
sul serio e anche no. Con un solo errore: in montagna non si cammina con le mani
in tasca, specie d’inverno – fa freddo ma non si va sul ghiaccio con le mani
infilate nel giaccone.
Riccardo Milani, Un mondo a parte
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