La crisi demografica nell’Italia confessionale
Si spopola l’Italia, non facendosi più figli. Si spopola anche il Sud, tradizionale
serbatoio demografico (di manodopera), per l’emigrazione costante, cui si è
aggiunta d’improvviso vent’anni fa la demografia debole. Il Sud e, insieme, le
aree interne dell’Italia, della dorsale appenninica.
Il Sud ne è particolarmente colpito per un “errore strategico”, l’illusione
“che sarebbe bastato spostare giovani da Sud a Nord per gestire la denatalità”
del Nord, per compensarla.
“Com’è potuto accadere?”, si chiede Esposito - giornalista, già in politica con Di Pietro, assessore alla Cultura con De Magistris sindaco a Napoli. La sua riflessione serve a riproporre la questione. trascurata. È accaduto, i fatti demografici vengono da lontano, e non
si arginano con barriere last minute. Le cause sono molteplici, e di lungo
periodo - culturali, psicologiche, anche materiali.
Il curioso è semmai che l’Italia repubblicana, che è stata ed è in vario
modo democristiana se non confessionale, sia finita in una crisi demografica
acuta: meno matrimoni, meno famiglie, meno figli. Sì, l’antifascismo, sì la ridicolizzazione
della campagna demografica, ma e la donna? Il diritto della donna al lavoro, a
un reddito, a (un po’ di) autonomia? E dei giovani a farsi una famiglia, cioè
una casa? E la scuola pubblica, a cominciare dai nidi d'infanzia?
Non è – non era – impossibile pensarci. La Francia repubblicana, per
dire, laica e tutto, ha invertito cinquant’anni fa una crisi demografica
secolare con una misura semplice, gli assegni familiari: tre figli fanno uno
stipendio, le madri volentieri si allontanano dal lavoro per alcuni anni (il “lavoro domestico”, compresa la riproduzione, è
comunque retribuito). Senza
rinunciare a una attività propria. Perché, una seconda verità rende ancora più
grave la crisi demografica italiana: il tasso di occupazione delle donne di
età compresa tra i 20 e i 64 anni è (è stato nel quarto trimestre 2022) di un
misero 55 per cento, in Italia lavora una donna su due. Mentre la media UE –
Italia quindi compresa - è stata del 69,3 per cento, lavorano due donne su tre. In Francia, con tre figli, il tasso di occupazione delle
donne è dell’84 per cento…
Niente figli e niente donne in attività in Italia, il peggio del
peggio.
Marco Esposito, Vuoto a perdere, Rubettino, pp. 226 € 16
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