La liberazione è di tutti
In fondo, siamo
stati liberati dagli americani - che poi, per quasi mezzo secolo, chiamavamo “amerikani”
col kappa, un po’ hitleriani, perché ci hanno liberati dal sovietismo. E non andrebbero dimenticati, sia gli americani che il sovietismo, in agguato questo per mezzo secolo. Siamo stati liberati anche dalla Resistenza, una piccola parte d’Italia,
che però resistette grazie ai paracadute notturni anglo-americani. Oppure è, anche, come
disse Letizia Moratti, portando il suo babbo in carrozzina al 25 aprile: la Liberazione è la festa di tutti.
Quest’anno l’Anpi,
l’associazione dei partigiani, esclude gli ebrei, e questa è una follia, altro
che festa, altro che liberazione. La liberazione non esclude ma include, non ci
vuole molto a capirlo.
Ma l’Italia,
questo è il problema, è ancora sotto la ferula dell’antifascismo, che molti
democristiani opportunisti agitano nel Pd - e i comunisti “romani”, quelli dei “posti”
e degli appalti, volentieri appoggiano, come un lavacro. Mentre si dovrebbe
operare non per escludere ma per includere – c’è un fascista, neo o vetero, che
farebbe a meno della Liberazione?
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