La Nato suona la sordina
I 75 anni della Nato sono stati ridotti a
mera cerimonia, affollata ma di pochi minuti, non c’era niente da dirsi - non un
riesame, non un programma. L’Alleanza è solida, cioè nessuno la contesta, ma
come svuotata. Effetto della Russia? Non osa fare la guerra alla Russia, dopo
averla provocata con i suoi schieramenti, e non ha una strategia alternativa.
È che la Nato è, come è sempre stata, un’alleanza
sghemba. Non tra pari, ma di un nugolo di satelliti sull’asse americano. E l’America,
oggi, non ha nulla da dire, se non continuare la guerra “di frizione” in
Ucraina – a spese degli ucraini.
L’America ha usato l’Alleanza, dopo il crollo
dell’Urss, in Europa contro l’Europa, piuttosto che contro un nemico esterno. Contro
quella che chiamava “Fortezza Europa” negli anni 1990, quando la Ue sembrava
divenire, con l’euro, una potenza economica di primo piano. Bastò allora la
globalizzazione, l’apertura dei mercati al mondo, e specificamente all’Asia,
per riequilibrare il mercato, con la relegazione dell’Europa a un piano subordinato,
tra licenziamenti, bassi redditi, bassa produttività. Poi gli Stati Uniti si
sono fatti arbitri, stimolandoli, degli odi fra le tribù slave, che sono una
buona metà dell’Europa. Incoraggiando la dissoluzione della Jugoslavia, inventando
il Kossovo contro la Serbia, addestrando l’Ucraina e ogni altro ex suddito contro
la Russia.
L’esito? L’ipotesi di un conflitto generalizzato,
della Nato contro la Russia, malgrado il tanto parlare che se ne fa, è invece non
solo improponibile ma non voluto ed escluso a priori. Per ragioni politiche prima ancora che umanitarie.
Nessuno vuole impegnarsi direttamente in una guerra contro la Russia. La
cerimonia dei 75 anni è servita solo a dare questo messaggio. Anche perché la
Russia grande potenza militare resta nell’interesse della strategia anticinese
degli Stati Uniti.
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