L’aggressore aggredito - 1
La
Russia è quella di Putin, con Putin o senza: trincerata, e aggressiva Tanto più
aggressiva per ritenersi aggredita. Dall’allargamento della Nato, in funzione
antirussa, fino a pochi chilometri da San Pietroburgo - 60 km. dal confine con
l’Estonia, dove sono schierati i missili Nato. Con 100 mila truppe Nato in Polonia, 300 mila fra tre mesi. Con le sanzioni europee a
cascata in questi due anni. Con la minaccia americana di appropriarsi delle
riserve monetarie, in oro, valuta e obbligazioni, detenute dalla banca centrale
russa in America. Una iniziativa che non ha precedenti nel diritto
internazionale (è ancora sub judice perché si teme che la Cina, il
maggiore tra i tanti paesi creditori degli Stati Uniti, potrebbe mettere in
crisi il sistema finanziario americano ritirando le sue riserve e liquidando i
titoli del debito), ma basta che se ne parli per rifare l’unanimità in Russia.
La
compattezza – così come, malgrado un’opposizione più articolata, avviene in
Turchia, in Iran – è l’effetto anzitutto del senso diffuso di accerchiamento,
più che di un’opinione povera o confusa. La dissoluzione dell’impero sovietico
è stata la dissoluzione dell’impero russo, di tre secoli presenza russa in
molte aree dell’Europa orientale. Il crollo del 1989 è stato seguito da una
politica antirussa nei paesi Baltici, in Ucraina, in Moldavia, in Georgia, dove
i russi o russofoni si aggiravano su un quarto della popolazione. L’espulsione
(di fatto) dei russi nei paesi baltici non ha creato problemi perché ha
comportato cifre contenute. Diverso il caso dell’Ucraina, della Moldavia, della
Georgia. In Moldavia la Russia si è ritagliata la Transnistria, in Georgia l’Ossezia
del Sud e l’Abcasia, in Ucraina si è ripresa la Crimea e ci prova col Donbass.
L’assestamento degli irredentismi è laborioso e sanguinoso.
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