L’informazione è una miniera, l’intellettuale è il padrone - fenomenologia di Eco
“Io
ho fatto una volta una distinzione fra le cose che fan bene ai poveri e
le cose che fan bene ai ricchi, dove poveri e ricchi non ha una
immediata connotazione in termini di danaro, ma in termini, diciamo, di
evoluzione culturale... Diciamo, un laureato è un ricco, un analfabeta è un
povero. Ci può essere ovviamente un costruttore edile che è un povero e un
impiegatuccio che è un ricco.
“Allora, la televisione fa bene ai poveri e fa
male ai ricchi: ai poveri ha insegnato a parlare italiano, fa bene alle
vecchiette che son sole in casa. E fa male ai ricchi perché gli impedisce di
andare fuori a vedere altre cose più belle al cinema, gli restringe le idee.
“Il computer in generale, e Internet, fa bene
ai ricchi e fa male ai poveri. Cioè, a me Wikipedia fa bene, perché trovo le
informazioni che mi sono necessarie, ma siccome non mi fido, perché si sa
benissimo che, come cresce Wikipedia, crescono anche gli errori. Io
ho trovato su di me delle follie inesistenti, e se qualcuno non me le
segnalava, avrebbero continuato a restare lì.
I ricchi sono coltivati, sanno confrontare le
notizie”.
Il 24 aprile 2010 Eco dava a Milano un’insolita intervista a wikipedia –
insolita per wikipedia. Che lo aveva cercato come massimo teorico, o esponente
dei critici, dell’informazione di massa, dei mezzi di comunicazione. L’intervista,
rivista, fu pubblicata due settimane dopo, e si apriva con questa
dichiarazione di Eco.
Tra le follie di wikipedia su di lui, che era stato
costretto a correggere, Eco citava il matrimonio (che aveva sposato la figlia
del suo editore) e i figli (che aveva 13 figli – tredici li aveva avuti il padre).
A seguire, Eco spiegava come wikipedia gli
era comodo, consentendogli di non alzarsi per andare a cercare la voluminosa
Treccani. Ma che poi, dopo le versione italiana, consultava
wikipedia in inglese, e anche una fonte diversa da wikipedia. Mentre “il povero
invece becca la prima notizia che gli arriva, e buonasera”.
wikipedia, Intervista a U.Eco, 2010, free online
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