mercoledì 3 aprile 2024

L’Ucraina non finirà a Vichy

L’Ucraina non capitola. E comunque non ha un maresciallo Pétain, quello che il nemico lo aveva sconfitto nel 1918, per fare un armistizio, per quanto criticabile – una pace, per quanto temporanea e non libera, non del tutto. Se c’era, Zelensky ha provveduto ad eliminarlo, nelle “liquidazioni” vecchio stile cui periodicamente procede.
Per fare un armistizio, soprattutto in una guerra che si è provocata, e che è in larga misura perduta, ci vuole uno che se ne assuma la responsabilità. E che sia anche una garanzia, di libertà e di integrità, per quanto concordata, e quindi accordata. Le altre condizioni ci sono. L’odio dei russi in Ucraina non è così radicale come l’Occidente è stato portato a credere, malgrado le distruzioni e i lutti della guerra. Né la Russia può pretendere che un terzo dell’Ucraina sia suo “territorio nazionale”. Ma per sapere tutte queste cose bisogna trattare. E il Pétain ucraino non c’è, non si vede.
Di Pétain si potrebbe anche argomentare che, accettando l’armistizio, ha tenuto un largo pezzo della Francia intatto, per la riscossa. Ma, certo, in Ucraina nessuno sbarco è previsto.

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