Ma la Nato ha perso la guerra
L’Ucraina “diverrà un membro della Nato. È questione di quando, non di se”,
afferma il segretario dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg. Nomen omen?
Perché allora la Nato ha perso la guerra.
La Nato è impotente. Ha portato l’Ucraina a sfidare la Russia, e
ora si limita a fare “la faccia feroce” – era questo uno dei canoni della tecnica
militare borbonica detta dell’ammuìna, del fare finta: “Facite ‘a faccia
feroce!”
Gli Stati Uniti
non sono minimamente interessati a una guerra contro la Russia. Aiutano l’Ucraina
quanto basta per rinnovare i propri arsenali – e tenere l’Europa in guerra. E l’Europa
è al solito “vorrei ma non posso”. Ora si parla di difesa europea, e già
parlarne sembra rivoluzionario. Ma sul niente: non ci sono, e non ci saranno in
tempi prevedibili, eserciti, comandi e piani militari integrati, una strategia
europea. Per ora c’è l’assurdo che la
Ue, una quasi nullità in termini di potenza militare, ha speso per la difesa 240
miliardi nel 2022 (e 286 miliardi nel 2023), contro gli 80 circa della Russia,
che è una superpotenza militare ed è in guerra. Macron, poi, è il tipo dell’“armiamoci
e partite”- è bellicoso solo per non cadere nel vuoto al voto europeo tra due
mesi, è un presidente che nessuno si fila.
La strategia
americana è evoluta - ma forse solo si precisa - verso uno stallo. Che sarebbe
un po’ un cappio attorno all’Europa, anche se di questo non si discute. Volendo
razionalizzare, è come se gli Stati Uniti avessero condotto l’Europa a uno
stato di tensione permanente, ineliminabile in tempi prevedibili. Aleggia
ancora il “fuck the Eu”, il vaffa alla Ue, dieci anni fa, prima della crisi di
Crimea, della vicesegretaria del dipartimento di Stato di Obama (e di Biden,
allora vice di Obama), al suo ambasciatore a Kiev, che le opponeva le riserve
europee sul rischio di precipitare le cose in Ucraina contro la Russia. E
l’avvertimento (pubblicato da wikileaks) dell’ambasciatore americano a Mosca
nel 2008, Wiliam J. Burns, che l’1 febbraio di quell’anno mandava a Washington
un’analisi allarmata con questo titolo: “Nyet
significa nyet. Le linee rosse
della Russia all’espansione della Nato”. Nel testo specificando che l’Ucraina
nella Nato era ipotesi irricevibile a Mosca. Burns è il capo della Cia della
presidenza Biden.
La Russia non è un
nemico americano. Non c’è paura, non è più la Russia che minacciava la proprietà,
non interessa all’opinione. Sui media la guerra c’è poco o niente – le cronache,
rare e distanti, per lo più sceneggiano confidenze dei vari servizi di intelligence. Sui social è assente. La guerra non c’è neanche nella campagna
elettorale. In Congresso c’è stallo sui finanziamenti. Ma non perché i
Repubblicani mettono in difficoltà la presidenza Biden: molti Repubblicani sono
a favore, molti Democratici sono contro.
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