lunedì 1 aprile 2024

Ritornano le cineserie

Ukiyoe sta per “immagine fluttuante”. La calligrafia e la soggettistica della “pittura” giapponese Kyoto in epoca Edo, tra fine Seicento e primo Ottocento, del governo militare dei Tokugawa, con largo spazio per i piaceri privati. In xilografie. Su carta per lo più, talvolta su seta, in rotoli, da appendere o srotolare, grandi paraventi, e stampe in policromia. Opere di una trentina di artista, ma soprattutto di Utamaro, Hiroshige, Hokusai e la scuola Utagawa. Di soggetti borghesi – Tokyo era già borghese, a differenza di Kyoto, ancora classica, imperiale: mercanti, e donne. Donne soprattutto, di varie arti, prevalentemente erotiche, a vario titolo, anche non mercificato. Con un po’ di teatro, costumi e maschere Nô e Kabuki. Ritornano le cineserie, qui “giapponeserie” di fatto - ma la tecnica dell’ukiyoe veniva dalla Cina. Non nel senso della ricerca artistica-pittorica degli anni 1950-1960, di segno, carattere, macchie, neri, ma in senso proprio, dell’infatuazione Fine Secolo, fine Ottocento. Diafanie, di figure stilizzate.
A Roma la mostra itinerante della collezione genovese di arte orientale intitolata al donatore, il collezionista Edoardo Chiossone, lui stesso incisore, è iperaffollata – forse anche perché ospitata in locali angusti, con illuminazione da alcova e didascalie micro. Malgrado il prezzo elevato. Con aperture straordinarie nei giorni di riposo e serali.
Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone
, Roma, Palazzo Braschi

 

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