Calcio speculativo – il dirigente sleale e l’informazione dopata
L’allenatore
della Juventus “sollevato” dall’incarico è ipocrisia torinese - è l’anticamera
del licenziamento per giusta causa, per non pagargli il dovuto, un gesto
violento. Motivato con “comportamenti
non compatibili con i valori della Juventus”. Mentre lo sono le manovre, dietro
la schiena del “sollevato”, da cinque mesi per minare l’azienda, con la scusa
di trovargli un sostituto migliore?
Non
è un comportamento leale (da che pulpito viene la predica), e forse è anche
illegale. Ma non è questo il problema, in affari la disonestà è parte del
gioco. La cosa interessa le due parti. Interessa tutti invece che di questi
comportamenti aziendali certi giornalisti sapessero tutto da sempre, ma ne
parlino solo adesso. Hanno taciuto contro l’etica professionale. E contro la
legge: sono avvenute molte cose implausibili in questi mesi, ma chi sapeva ha
potuto specularci proficuamente, nelle scommesse e in Borsa. “Giuntoli (un
dirigente, n.d.r.) lo ha cotto per bene, mese dopo mese, minuto dopo minuto,
portandolo all’implosione”, scrive il “Corriere della sera”. Ma lo scrive oggi,
prima no: per quale motivo?
Si
sapeva che l’allenatore destituito aveva da solo retto la baracca per due anni,
per le cause penali, le penalizzazioni sportive, le squalifiche per droga o
scommesse del club che ora si fa vanto di onorabilità. Quando chiese un
sostituto per due squalificati, un drogato e uno scommettitore, ebbe un
calciatore che era ed è infortunato, e un debuttante. Ciononostante, si batteva
per il primato in classifica. Fino al 4 febbraio, quando il detto Giuntoli, in
un ristorante emiliano a Fiorano, aveva preso contati per un nuovo allenatore.
Questi contatti poteva prenderli privatamente, ma li volle esibiti.
Da
allora la squadra, che si batteva per il campionato, non ha più vinto. Siccome
lo stesso giorno aveva perso contro l’Inter, si disse, si fece girare la voce,
che la sconfitta l’aveva demoralizzata. Mentre era stata una sconfitta casuale,
per un’autorete sfortunata, in una partita dignitosa. È che i calciatori non
sono più le figurine Panini, hanno procuratori, che sanno tutto, anche dei
pranzi al ristorante, e la loro attenzione, dei procuratori e dei calciatori,
si è spostata sul dopo.
Questo
non si può rimproverare ai calciatori: è normale che pensino al dopo. Ma chi
sapeva quanto ci ha guadagnato? Legalmente? Si dice dell’allenatore “sollevato”
che pratica un calcio “speculativo”. E
il suo dirigente, Giuntoli? E i giornalisti all’orecchio del
dirigente?
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