lunedì 20 maggio 2024

Cronache dell’altro mondo –cino-nippponiche (273)

Sa di déja vu la campagna americana contro la Cina: dazi, contingenti, filippiche democratiche ripetono quanto negli anni 1970-1980, soprattutto con la presidenza Reagan, fu utilizzato contro il Giappone. Che aveva la leadership nell’informatica, e vendeva auto migliori a prezzi più bassi. Gli stessi argomenti di quando fu imoosto il VHS, uno scatolone, per la registrazione dei film, invece dell’elegante, minuscoclo superotto Sony. O delle auto giapponesi si diceva che erano “il vuoto”. Che andassero ad aria compressa. Mentre in Africa, p.es., come ora con le auto cinesi, sulle piste e perfino nei deserti, si potevano sperimentare brillanti e robuste, seppure con le balestre rinforzate (allora le sospensioni erano con le balestre) – il mito Toyota nacque in Africa.
E si arriva oggi come col Giappone anni 1980. Che i marchi giapponesi cominciarono a investire negli Stati Uniti. Nelle arree sottosviluppate, facendo cioè man bassa delle sovvenzini e gli aiuti economici, del govern federale americano agli Stati poveri.
La Cina certo non è il Giappone. Per il regime politico. E per la grandezza. Ma gli argomenti sono gli stessi – il Giappone non era comunista, era liberaldemocratico ma corrotto.
Contro la “mossa giapponese”, gli investimenti cinesi in America, Huawei, TikTok, sono state introdotte le nazionalizzazioni. Che l’Ameirca ha sempre aborrito e aborrisce, e sono illegali secondo il diritto inetrnazionale. Ma fino a qando l’America non troverà la Cina, di nuovo come trent’anni fa, quando era più comunista di oggi, con Tienamen e i tanti morti, conveniente.        
 

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