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E adesso, povero Elkann
12 maggio, Atalanta-Roma
2-1.
15 maggio, Juventus-Atalanata
1-0, Coppa Italia.
22 maggio Bayer-Atalanta
0-3, Europa League. Con tre goal di Lookman, lo stesso centravanti di
Juventus-Atalanta.
Gande festa dell’Atalanta e
dei suoi sostenitori. Diventati per una note 6 o 7 milioni, quanti ne hanno
seguito l’impresa in tv, un record. Mentre subito dopo la vittoria
sull’Atalanta e la coppa Italia, il patron della Juventus ha licenziato
l’allenatore, “non compatibile con i valori dela Juventus” e le tradizioni
della Casa. Una Casa che aveva tramato per quattro mesi contro questo allenatore
– per non pagargli l’ingaggio pattuito. Innervosendo i calciatori. E allertando
i loro manager, a convulse cacce per uscirne indenni al meglio – per quatro
mesi era questo l’“allenamento” tra una partita e l’altra.
Elkann possiede giornali
importanti, e i giornalisti lo trattano con riguardo. Ma ha rivoltato il potere
e il fascino della Famiglia, della Fiat – che peraltro ha subito venduto. Non
ha nuovi fan Juventus tra gli adolescenti,
non offre nessuna sorpersa, nessuna meraviglia, e allontana i veterani. Come ha
fatto con la Ferrari, che ha gestito con dirigenze e tecnici incredibili, ancora
più degli incapaci che msso in capo alla Juventus, lasciando i nuovi appassionati,
e anche i vecchi, alle imprse di Hamilton per un decennio e ora di Verstappen.
Tramando, anche qui, contro i suoi piloti, quelli che paga.
Ora, essere popolari richiede
un’arte. Ma un minimo di decenza, personale, contrattuale, in affari?
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