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martedì 28 maggio 2024

Giallo controvoglia

Per la promozione celebrativa “Eco della Memoria”, la collana che identifica l’editrice, una proposta che vuole essere un regalo. E, involontariamente?, un ponte tra Barcellona e Palermo - anche se la Sicilia qui non c’enra. È sempre Petra Deliacdo che si racconta. Ma, comincia come in molti “Montalbano”, con un incubo-prefigurazione: con una bara, un morto, e molta violenza, inconsulta, sul cadavere. Come dire: la vita del poliziotto è la morte.
La vicenda si svolge tra Barcellona e Roma, con una componente italiana decisiva. Si scoprono – si scoprivano dodici ani fa – le pratiche, alcune delle pratiche, del riciclaggio, delle tre mafie italiane, quella propriamente detta, la ‘ndragheta e la camorra (qui si tratta della camorra), attraverso le vene di spesa più bizzarre (qui presunte forniture tessili per articoli di moda). Le polizie sono intraprendenti, e arrivano sempre in tempo.  Ma si mena in lungo, cinquecento pagine. E come controvoglia: a tratti sembra di leggere una caricatura del giallo. Non di proposito, però. Per smagliature evidenti.
Si elogia “la grande forza magnetica dei bar di Barcellona”, ma l’unico che ricorre, ogni poche pagine, è castgiliano, “Jarra de Oro” - è la Barcellona degli anni 2010, del catalanismo, ma potrebbe essere una qualsiasi città del “Regno di Spagna”, anonima. Anche i funzionari e i personaggi hanno nomi castigliani. Petra e il suo vice Fermìn si comportano da sbirri, con “trainelli” direbbe Montalbano. Il finale è prevedibile – una delle cause nobili, o denunce nobili, del Millennio. Petra, moglie innamorata, al terzo matrimonio, in missione a Roma per tre gioni, al secondo va a letto col collega italiano, con grande soddisfazione. La parte forse più emozionante si svolge a Ronda, ma l’Andalusia è solo un posto strano, pieno di madonne, processioni, corride. Ci sono quatro delitti, due precedenti la vicenda – è un cold case – e due nel corso. E di questi due non sappiamo come. Del quarto anzi, molto scenografico, a Roma, nemmeno chi. Come un compitino - sulla scia dell’ultimo Camilleri, che per ogni trama tesseva una rete fatta di quotidianeità, lo sbarco dei migranti, quello della droga, le ragazze dell’Est, cause nobili.
Si lege soprattutto prr la curiosità. Un chiama e rispondi bizzarro tra Barcellona e la Sicilia, che pure si ignorano, con Camilleri che si ispira a Montalbàn, e Gimenez-Bartlett che onora la Sicilia, nella casa editrice che l’ha valorizzata, con premi e riconoscimenti vari, e qui nella figura del capo dell’antimafia Torrisi, un vero dominatore senza parerlo -  sa tutto dei mafiosi, anche quello che loro non sanno, e li schiaccia quando bisogna.
Alicia Gimenez-Bartlett, Gli onori di casa, Sellerio, pp. 511, ril., 1+1 € 10

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