Il vero senso della guerra
Inimicarsi la Russia non ha senso diplomatico
e nemmeno militare per gli Stati Uniti. Perché gli Stati Uniti da un decennio
ormai con chiarezza si confrontano con la Cina, per cui una Russia forte e
amica, oppure neutrale, è necessaria. E allora perché indurla alla guerra in
Ucraina?
La sfida alla Russia è una costante
americana dalla seconda presidenza Clinton, indotta dall’ex consigliere per la
Sicurezza Brzezinski, proseguita da Bush jr., e poi personalmente da Biden,
vice di Obama nelle due presidenze di quest’ultimo. In un’ottica europea, di
confronto (poco) mascherato con la cosiddetta Fortezza Europa.
Gli Stati Uniti hanno stretto rapporti bilaterali
privilegiati con i paesi europei dell’ex impero rosso, i Baltici, la Polonia, l’Ucraina,
la Romania-Moldavia, la Georgia, e a tratti con la Repubblica Ceca e l’Ungheria.
Con la Polonia specialmente Clinton e Bush jr., con l’Ucraina Biden. Per indebolire
la Russia e per condizionare l’Unione Europea dall’interno.
Da dieci anni gli Stati Uniti hanno forzato
il contenimento della Russia spingendo, col sostegno dell’Inghilterra, loro
mosca cocchiera, in Ucraina. Agganciandone le forze di destra estremsta.
Misconoscendo gli accordi di Minsk tra Uraina e Russia mediati dall’Europa, attorno
alla prima reazione russa ale manovre di Biden, con l’invasione della Crimea.
Hanno addestrato e armato le forze ucraine, e tuttora le controllano - specie
nei contrattacchi in profondità nel territorio russo. Sempre promettendo-minacciando
un’azione risolutiva per liberare l’Ucraina ormai occupata, e sempre
rinviandola. Ma senza drammi: la tensione permanente è obiettivo della guerra.
Non può essere altrimenti. In termini militari
una guerra d’attrito ha un senso solo politico. Non la sconfitta, nel caso, della
Russia, potenza nucleare forse superiore agli Stati Uniti, né lo smembramento
dell’Ucraina. Una sola è la logica: tenere l’Europa sotto tallone, già
abbondantemente indebolita dai primi due anni di guerra.
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