Macron tutti azimut
Alla rincorsa elettorale di Le Pen Macron
le sta provando tutte – si direbbe che le spara ogni giorno più grosse. Ha
innescato l’intervento diretto europeo nella guerra della Russia all’Ucraina,
proponendo l’invio di corpi armati, e ora minaccia di farlo da solo, come Francia.
Come dire: minaccia una guerra mondiale.
Anche perché, non lo dice ma lo fa sapere, vanta il più vasto arsenale nucleare
dopo Russia e Stati Uniti – e uno con una disponibilità maggiore di plutonio (come
dire: in grado di rifarsi l’arsenale in breve tempo), quello ricavato dal
trattamento delle scorie delle centrali nucleari di altri paesi.
Più terra terra in questi stessi giorni promuove
al parlamento europeo, sotto la copertura del partito Popolare, una mozione
contro il Libano, per il trattamento dei rifugiati dalla Siria. Il parlamento libanese
si rifiuta di eleggere capo dello Stato il suo candidato, e Macron in rappresaglia
vuole il Libano condannato a Strasburgo, con conseguente perdita del sostegno
finanziario Ue, per il trattamento degli immigrati. Che sono due milioni – almeno
due, nessuno sa quanti sono. Su una popolazione di sei milioni. Di un paese
impoverito da oltre quarant’anni, ormai, di invasioni, palestinesi, israeliane,
siriane e, sotto la veste di Hezbollah, iraniane.
Due milioni di profughi in Libano è come
se in Francia ce ne fossero 22 milioni. Ma Macron non transige.
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