“Essere giovani oggi è tremendo. Perché
sei senza punti di riferimento. Non conosco nessun coetaneo che vada a votare,
e nessuno che vada in chiesa”. Cazzullo becca sul “Corriere della sera” Ultimo,
uno dei millecento cantautori con milioni di follower. Che per sola esperienza sa quanto non sanno storici,
sociologi e psicologi.
Se i giovani sono così, da curare non
sono le famiglie? Non c’è solo la denatalità, la confusione viene dalla
generazione precedente, quella della globalizzazione, della perdita di ogni riferimento,
anche solo lavorativo, reddituale.
Dopo l’esonero dell’allenatore della
Juventus, l’ex presidente del club Andrea Agnelli ha twittato in sua difesa. “la
Repubblica” e “la Stampa” non ne fanno cenno. Autocensura, all’unisono? I due
giornali rispondo al “cugino” Elkann? Il cugino Elkann – la Fiat non c’è più –
ha un ufficio Protezione?
John Elkann va in tv, la sera in cui la
sua Juventus infine vince una partita, per prendersene il merito. Poche ora prima
di licenziare l’allenatore, che quella partita ha preparato, diretto e vinto.
Dopo avergli per mesi sottratto la sedia sotto il sedere – facendolo sapere
agli amici.
Tremano i tifosi della Juventus, dopo
quelli Ferrari e di “Repubblica”, il giornale che fu di Scalfari. Per le scelte
dell’ing. Elkann, dappertutto sventurate. Dopo spese enormi, un miliardo e
mezzo col club di calcio, e chissà quanto con la Ferrari corse, ogni anno una
macchina e un team nuovi, e sempre inefficienti - inferiori, di anno in anno, a
Mercedes, Red Bull (Red Bull?), Mac Laren (oggi perfino a Imola, “feudo”
Ferrari). Ora, si vede, si applica al calcio, il club torinese avendo affidato
a un management di contabili, in età.
“Siamo felicissimi”, dice Salis padre, “ma
nel governo c’è stato un grande immobilismo”. Non ha fatto la guerra all’Ungheria
per sua figlia? Ma accanto lo stesso giornale che ne raccoglie il lamento certifica
“il lavoro diplomatico «sommerso» tra Roma e Budapest”. Tutto si può dire, soprattutto
lamentarsi. E farsi spesare dalla sinistra.
Il “leciti” che si trasforma in “illeciti”,
nella testimonianza di uno Spinelli jr. a Genova sui finanziamenti politici disposti
dal padre non è un errore. Non c’è errore nella trascrizione immediata, c’è nella
redazione in bela copia. Rivista e autorizzata dalla giudice del caso, nascosta
nelle decine di pagine dell’interrogatorio – sperando in una rilettura sbadata
del testimone? Non c’è differenza tra il giudice, nel caso una donna, e l’accusa:
i procuratori sono giudici, i giudici si vogliono procuratori, accusatori.
Magari solo per “uscire sul giornale”.
Si rinvia l’interrogatorio di Toti di
una quindicina di giorni per poter occupare le cronache con nuove
indiscrezioni? Ogni giorno ce n’è una. Intanto, per tenere aperto il teatro, si
invita a ritestimoniare Spinelli jr., se
ha detto “leciti” oppure “illeciti”. Non si può ridere perché i giudici si offendono
facile, ma c’è da impensierirsi.
Non c’è solo il peta “impegnato” a
sparare contro il primo ministro slovacco Fico. Fico e i suoi ministri, di
destra, sono da quando vincono, d a una decina d’anni, sotto il tiro dei media
e dei giudici, con carcerazioni e poi assoluzioni. È strano che la sinistra sia
in Europa giudiziaria, carceraria. Si direbbe stalinista, orfana di Stalin –
lui faceva così (certo, non li scarcerava, li fucilava).
Va il segretario di Stato americano
Blinken a Kiev in un momento in cui i comandi militari si dicono sulla
difensiva, e tre immagini vengono diffuse di allegria. Blinken che scherza con
Zelensky e il ministro degli Esteri Kuleba. Blinken in pizzeria con Kuleba.
Blinken alla chitarra in un club di Kiev, anche cantante. Accanto a un altro messaggio
rassicurante: anche l’Estonia, un esercito di 7 mila soldati, è pronta alla
guerra.
Stellantis richiama 600 mila vetture C 3 e DS 3 Citroën. Sembra grave, la raccomandazione è di non guidarle, ma è una non-notixzia. Una breve o niente del tutto.
L’amministrazione americana valuta se
bloccare le importazioni di uranio arricchito dalla Russia. L’uranio arricchito
russo alimenta un quarto delle centrali nucleari americane.
Le sanzioni sono imposte solo dalla
(alla) Europa.
Accumuliamo debito, dice Monti, o Prodi,
o come si dice, sulle spalle dei nostri nipoti. No, sulle spalle nostre, paghiamo noi, 50 miliardi l’anno, il debito è
caro. Per una spesa che è un spreco, mai un investimento.
“L’Italia non è un paese per mamme”, certifica
il “Corriere della sera” con molti numeri. Come, il paese della “mamma”? È che
una su cinque deve lasciare il lavoro dopo il primo figlio. Se non ha familiari
stretti che glielo accudiscano. Mancando i servizi all’infanzia. Un altro mito
che se ne va.
“Il Sole 24 Ore”: l’Italia ha il
maggiore consumo pro capite di olio d’oliva, “in Italia 3 bottiglie su 4 di
olio d’oliva sono straniere”, la produzione di olio in Italia è concentrata, l’80
per cento, in Sicilia, Calabria, Puglia. Dove i produttori, si può aggiungere,
lamentano scarsa redditività, mancanza di manodopera, parassiti vari. Più che l’affare
poté il lamento.
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