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martedì 7 maggio 2024

Vita dei pastori in Sardegna dopo la guerra

“È mio. Ne ho bisogno in campagna”, disse il padre Abramo alla maestra alla ripresa della scuola dopo l’Epifania del 1944, e Gavino crebbe pastore, dall’età di sei anni. Durante il militare a Rieti, racconta qui, “feci conoscenza con un maestro di Poggiobustone, Ottavio Gentileschi. Un ragazzo simpatico e molto preparato. Si entusiasmò del mio entusiasmo”, e gli insegnò a leggere, lo introdusse alla cultura – il pastorello è diventato scrittore. E ha scritto e pubblicato molto. Si è anche laureato, a Roma nel 1970, in Glottologia, facendosi poi ricevere all’Accademia della Crusca – e dopo qualche anno ha avuto a Cagliari un incarico di assistente a Filologia romanza (evidentemente senza retribuzione – altro romanzo d’epoca….- se ha dovuto fare ricorso alla Legge Bacchelli, la modesta pensione pubblica per meriti letterari).
Un racconto di formazione. Di rabbia ed emancipazione. Che mantiene intatta la vigoria linguistica, essendo in realtà un’opera doppiamente originale, per il tema e per la lingua. Che è la trascrizione italiana della “lingua” sarda, di una delle lingue sarde. Di una sintassi (logica) e una sensibilità verbale dell’isola nell’isola Sardegna in cui l’autore era nato ed è cresciuto – e tuttora vive, Siligo, non lontano da Sassari.
Un racconto che ha fatto epoca all’uscita, nel 1975. Tra i Franchi Narratori Feltrinelli. Ed è presto diventato un classico, nelle scuole italiane e un po’ in tutto il mondo, il racconto dell’emancipazione attraverso lo studio. Sulle tracce di De Amicis, Deledda, etc.
“Padre padrone” si ricordava per la forza della sua lingua, concisa e insieme espressiva, diretta. Si riedita da classico – con introduzione di Carlo Ossola. E sembra un altro libro, forse effettivamente un “classico”, come “Cuore”. Perde, risulta aver perduto, la freschezza (la violenza?) della sua prima pubblicazione. Della vita del giovane pastore non da letterato, ma da pastore, seppure scappato alla dannazione cui il padre lo destinava. Forse effetto anche del contesto: Abramo, morto centenario, leggeva il giornale, padre e figlio vivevano vicino, in belle case. Non più una tranche-de-vie, drammatica, ma una testimonianza, ben scritta, un quadro d’epoca - vita dei pastori in Sardegna dopo la guerra.
Gavino Ledda, Padre padrone,
Oscar Cult, pp. 252 € 14,50

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