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sabato 15 giugno 2024

Calvino innamorato, e altre storie

Le lettere di Calvino alla fidanzata, Esther Judith Singer, “Chichita”, che lavorava e viveva a Parigi – con una sola lettera di lei, in castigliano (lui scriveva in italiano). Una raccolta che vuole essere un ricordo grato della figlia Giovanna che la cura, ma è di grande lettura, anche per i non calviniani. 
Un testo inedito è perfino paradossale, che la curatrice acclude alla raccolta, a mo’ di notizia biografica - genere da cui Calvino rifuggiva: è la constatazione stupita, sotto il titolo “Sulla natura degli angeli”, di dovere l’entratura a Einaudi, tratto dalla vita squallida di provincia, e con amichevoli, incoraggianti, apprezzamenti, a un filibustiere siciliano, G.N., un chiacchierone, che poi ha ritrovato cancelliere di pretura, lui in provincia, che era riuscito a introdursi nella casa editrice, mesmerizzando lo stesso Giulio Einaudi, e a cooptarvi il giovane, sconosciuto, incerto, Italo. E la spinta alla Resistenza, la sua esperienza maggiore di vita ai vent’anni, tratto dall’indecisione, a due gaglioffi che letteralmente lo portano via di peso, pluricondannati comuni, ex carcerati, tatuati, sporchi, con i quali ha anche condiviso l’inverno difficile in montagna – “se in seguito avversai sempre gli ideologi dottrinari, fu perché ero fiero di affondare le mie radici nella pratica più fangosa e odorante d’aglio…”.
C’è l’idea e il progetto delle “Cosmicomiche”, in breve, in chiare righe. Lucio Mastronardi ammattito – un epilogo di molti anni e molti eventi. I week-end a San Remo prevalentemente, quindi dalla madre. I viaggi a Roma, dove ha ancor a casa, in via Clementina, 2. La scoperta del mondo arabo a Tripoli, “città senza donne”. Il premio Formentor 1962, faticoso e noioso – come sempre lo sono per Calvino i dibattiti letterari, per premi, riviste, progetti, piani editoriali: “È stato premiato il manoscritto peggiore di tutti sostenuto da Moravia (l’autrice è una bellissima giovane)” - è Dacia Maraini, “L’età del malessere”. I tanti libri e manoscritti da leggere, dodici ore di letture editoriali al giorno. Il giovanissimo Enzensberger, “una delle persone più intelligenti di quel paese”, la Germania. Vittorini. Leonetti. Bollati. Un racconto non scritto, “Un pub a Chelsea”. Pavese tra le righe, che molto lo occupa – anche perché ne cura le poesie. La scoperta di Fenoglio in treno – e la non scoperta di Primo Levi, “un outsider”, “un chimico”. L’Emilia ipercapitalista e comunista.
Con pagine da antologia, oltre al saggio sui suoi “angeli”. Il personale medico in clinica, e il medico-medico – da manuale di deontologia. Lo stesso mondo arabo, visto in tralice a Tripoli, ma ben in profondità – senza opportunismi, e neanche preclusioni. E in mezza paginetta cosa c’è, ci dovrebbe essere, in un rapporto affettivo: “Una profonda comprensione reciproca (spero), una comunicazione che (per me almeno) è molto rara, una (rarissimo fatto in un rapporto amoroso) vera amicizia”.  
Il volumetto è corredato di riproduzioni degli autografi delle lettere di Calvino, e di foto dei due fidanzati all’epoca, in coppia o in circostanze separata. Una riproduce il telegramma del matrimonio alla madre a San Remo: Chichita lo comunica a nozze avvenute, da Cuba. Calvino è fotografato anche nel suo incongruo viaggio a Tripoli, invitato per tenervi conferenze - un città già desertificata.

Italo Calvino, Lettere a Chichita
, 1952-1963, Oscar, pp. 177 € 14

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