giovedì 6 giugno 2024

Celebrazione in minore dell’impero Usa

È un’immagine fiacca che gli Stati Uniti hanno offerto alla celebrazione dello sbarco in Normandia. Dell’evento che li ha incoronati padroni del mondo. Biden lento, vacuo, e forse confuso. Mentre a casa lo sfida un Trump più furioso che mai. Sono tempi calamitosi - sempre lo sono, il proprio delle democrazie è tremare.

La cosa fa senso nella celebrazione della Liberazione. Perché la Liberazione è prima di tutto americana: sono stati gli Stati Uniti a liberare gli europei, con sacrificio enorme di uomini e di mezzi, di risorse.  Ma il clima è ora in America da basso impero: mignotte in cattedra, giustizia corrotta, ruberie colossali, una sagra delle maldicenze interminabile, con i barbari sempre alle porte - manca solo il generale, il capo delle centurie. Mentre il mondo è in ansia, specie in Europa. Per sapere se ci sarà la guerra nucleare, e per cos’altro combattiamo la Russia, per conto dell’America. La Russia e la Cina. Giacché gli Stati Uniti, che hanno imposto la globalizzazione quarant’anni fa, ci impongono ora di demolirla, in un orizzonte di rovine e di fame.
L’impero Usa è sempre vasto. Militare. Economico. Culturale o sociale, di costume. Ma incerto. Vacuo, e forse non voluto, non più. Sicuramente involuto. L’americanizzazione, subito adottata dopo la guerra in Italia e Germania, a lungo risentita in Francia e Giappone, e ora estesa alla Cina e all’India, è debole in patria: gli americani non si sentono più predestinati, e non parlano più di liberazione e democrazia. Le guerre sono state sempre perdute dopo lo sbarco di Normandia che si celebra. L’impero economico è costellato di disastri, imposti a tutto il mondo: 1929, 1970, 1973, 2007 – tutti provocati dalla libera speculazione.

Con l’eccezione dell’Italia, e di poche altre aree, il resto del mondo non si fida dell’egemonia americana. Da ultimo con l’allargamento della Nato imposto all’Europa, alla Transcaucasia e all’Indo-Pacifico. Nel mentre che se ne disinteressavano a ogni effetto pratico – facciamo una guerra perché l’Ucraina doveva entrare nella Nato, mentre ora si proclama che l’Ucraina non deve entrare nella Nato.

 

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