Festa Puccini, a denti stretti
Confinata dalla Rai sulla 3, ma venduta a molte tv
in mondovisione, la celebrazione di Puccini nella sua città per i cento anni
dalla morte. Un recital in sé di grande livello, con interpreti speciali
delle arie più celebri, le soprano
Buratto, Sicilia e la giovane russa Fridman, e i tenori Ganci, Meli e Dmitri
Korchak – russo anche lui, il più pulito anche in campo maschile.
Un concerto lungamente preparato da Muti, da qualche anno ambasciatore dell’opera italiana nel mondo come “musica alta”. Concertandolo
lungamente con i 120 professori della sua orchestra giovanile, “Luigi
Cherubini”. Ma una celebrazione con un sospetto di isolamento, di solitudine.
Come se Puccini per un qualche motivo non fosse nel mainstream culturale italiano, cosiddetto di sinistra. O il maestro
Muti vittima ancora, dopo venti anni, dell’ostracismo Cgil-ex Pci alla Scala.
Sembra assurdo, e lo è, ma non si trova altra soluzione – solo Lucca ricorda
Puccini, uno degli operisti più eseguiti in America e in Estremo Oriente
(Giappone, Corea), in questo centenario. Solo le cronache locali, lucchesi, ne parlano.
Il ministero della Cultura, che ha voluto la celebrazione (evento), è naturalmente benemerito. Non fosse per la vieta esternazione del ministro su melodramma belcanto, opera patrimonio italiano. Mentre è bello che il belcanto sia diffuso - Sicilia, di Cosenza, è di formazione francese, Fridman e Korchak, liricissimi non sono russi?
Riccardo Muti, Puccini secondo Muti,
Lucca Summer Festival, Rai 3, Raiplay
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