Occidente in maschera in Normandia
Gli ottanta anni dello sbarco di
Normandia, dell’inizio della liberazione dell’Europa da Occidente (ma questo inizio
non si era avuto un anno prima, con lo sbarco in Sicilia, che non si
commemora?), sono dominati dal mancato invito alla Russia a partecipare. La
geografia politica è mutata: è invitato il presidente ucraino Zelensky, di un paese
e una popolazione che in guerra furono a fianco di Hitler, con speciale ferocia –
in Toscana e nel Veneto se li sono ricordati a lungo. Mentre è esclusa la Russia,
perché ha fatto guerra all’Ucraina. Che l’Occidente aveva già eletto a suo
baluardo.
È un Occidente volubile, e vulnerabile, quello che
si celebra domani. Lo sbarco a lungo non fu celebrato, la Francia non gradiva
dirsi liberata dagli anglo-americani – gli anglosaxons di molte intemerate,
politiche e sociali (giornalistiche e comuni, di costume, alimentazione, mentalità).
La celebrazione decennale è stata istituita da Mitterrand, nel 1984, per i 40
anni – come un modo per riaffermare la sua signoria sull’Europa, invitandovi
anche la Germania del suo grande amico Kohl. E naturalmente la Russia – Putin presiederà
alle celebrazioni dei sessanta e dei settanta anni dello sbarco, nel 2004 e nel
2014 (malgrado la Crimea).
La Francia è stata di fatto fuori dalla Nato, dall’organizzazione
militare, dal 1966 al 2009.
La stessa Francia prima aveva invitato la Russia
per l’ottantesimo, poi ha detto di no, e ha invitato Zelensky. Un invito che
può essere più in armonia con lo scopo dichiarato della Nato, organizzazione
difensiva. Ma il gradasso non è solo una maschera francese.
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