I somari in commissione
Non ci può non plaudire
al vaffa di Livia Conchetto a Venezia, maturanda al classico e “promessa dell’atletica”, e delle sue
compagne alla commisione d’esame che si è permessa di fare “un’altra” versione
di Platone, o lo pseudo-Platone. Una delle tante commissioni che sanzionano “il
vero greco”, che come si sa non esiste. E senza avere insegnato alle classi ora
maturande, nei due anni di ginnasio e di covid, gli strumenti per fare la “vera”
versione dal greco. La grammatica insegnata bene, con
tutte le forme verbali irregolari, specie i verbi. A memoria - come si fa
altrimemti a collegare opsomai a orao?
Questa maturità sarà stata l’esame di
stupidità delle commissioni, dei quattro giuduci con superficiali rudimenti di didattica
moderna. La stessa per cui due
generazioni ormai non sanno fare addizioni e sottrazioni a due cifre, le
vecchie operazioni semplici, e la moglie del giornalaio deve usare la
macchinetta per dare il resto di 5 euro.
Negli anni 1980 all’Hilton di New York fu
impossibile avere la mattina un cambio di biglietto aereo per Roma, partenza la
sera tardi, da economica (non c’era posto) a prima – “deve ritornare nel
pomeriggio”. All’obiezione “ma mi rovina la giornata”, l’addetta scoppiando in
lacrime: “Io sacrifico la mia pausa pranzo per comprare le pile della
macchinetta” . Non sapeva fare la sottrazione, dalla tariffa di prima sottrarre
l’economica già pagata.
Allora, la cosa restava memorabile. Oggi
all’esame di Storia contemporanea a Scienze Politiche l’esaminando – purtroppo esaminanda
– può rispondere che Hitler era il presidente del Sudafrica. O che Garibaldi
combatté per l’Italia nata dalla Resistenza. E alla domanda “mi dica almeno il nome di
un paese slavo in Europa”, avere per risposta, dopo lunga ponderazione, “New
Delhi”.
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