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martedì 18 giugno 2024

I treni dei bambini, salvati da Hitler

Nel 1938, quando Hitler occupò i Sudeti, in realtà metà della Cecoslovacchia, un broker britannico, Nicholas “Nicky” Winton, che operava con alcune società umanitarie, organizzò a Praga, aiutato a Londra dalla madre, una serie di “treni di bambini”, figli di ebrei o altri cittadini cecoslovacchi che si sentivano minacciati, per preservarli dall’occupazione imminente – l’ultimo treno fu bloccato per una questione di minuti il primo settembre 1939, con l’invasione congiunta tedesco-sovietica della Polonia e la guerra totale.
Con visti britannici, quindi intoccabili, i bambini venivano fatti attraversare in treno la Germania, e in Gran Bretagna trovavano famiglie affidatarie già in ordine con le carte pronte ad accoglierli, ogni bambino una famiglia. Anni dopo un Winton invecchiato, vedovo, confusionario, disordinato, provando a rimettere in ordine la casa, ritrova le vecchie foto dei bambini. Una studiosa francese decide di approfondire la questione. La Bbc s’impadronisce della storia, al modo di “C’è posta per te” di Maria De Filippi, ne fa un caso che commuove l’Inghilterra. E a Winton fa rintracciare i “vecchi” bambini – 669 furono salvati dalla sicura deportazione.
Una storia semplice, molto ben recitata, all’inglese, senza divismi. Da Anthony Hopkins, Winton vecchio, da sua madre giovane, Helena Bonham Carter, e dai tanti caratteristi che costellano la vicenda.
I “treni di bambini” sono evocati da Sebald nella sua ultima narrativa, 2001, “Austerlitz”, di cui anzi costituiscono l’ossatura, sotto le tante digressioni. La Bbc aveva riscoperto la vicenda nella trasmissione popolare “That’s Life!”, nel1988.   
James Owes,
One Life
, Sky Cinema

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