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domenica 23 giugno 2024

Il vuoto demografico

Sul “collasso demografico” e “come invertire la rotta”. Non dell’Italia ma del Sud, dove il collasso non è solo delle nascite ma anche delle “fughe”, verso un altrove. Per la precarietà sempre dominante, sul presente e sul futuro.
Al Sud Esposito collega le aree interne, dove lo spopolamento è da anni già fisicamente visibile – non s’incontra nessuno, o quasi.
La crisi demografica non è di ora, parte dagli anni 1980, avverte Esposito. Poi si è aggravata, nessun rimedio è stato posto in atto, nella distrazione. Con un radicale, ma non improvviso, peggioramento a inizio millennio. Quando migrazioni, precarìetà e poco welfare hanno fatto precipitare la fecondità meridionale, che fino ad allora aveva coperto i decenni di nascite zero a Trieste o a Genova. Nel 2006 la corrente si era ribaltata, e la fecondità meridionale è diventata la più bassa d’Italia.
Non una proposta, malgrado i sottotitoli -  Esposito, giornalista, politico (con gli ex giudici Di Pietro e De Magistris), non è uno specialista. Una disamina che pone le basi per una risposta politica, non posponibile: i divari fra generazioni e territori, il welfare, per anziani e per neonati, gli squilibri di genere, femminile e, novità, anche maschili.
Con la prefazione dell’ex presidente dell’Istat Blangiardo.
Marco Esposito, Vuoto a perdere, Rubbettino, pp. 226 € 16

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