Uno spaccato di Roma Nord. Quasi sociologico, malgrado l’aura poetica: l’amicizia,
i caratteri esagerati (i genitori riusciti e falliti, cioè scontenti, inutili, psicologo,
scrittore, giornalista, il mafioso intelligente tenero, il buttafuori nella discoteca-fumoir,
nuovissima bestia urbana), le albe, i tramonti, i cieli aperti e le acque
limpide, guardando la valle del Tevere. Che è un quartiere, o meglio una serie
di quartieri, che fanno mondo a sé, effettivamente distinti dal resto della
città, sia che l’approccio avvenga da Nord, dall’autostrada, dalla Cassia, dalla
Flaminia, sia che venga dal cuore della città, all’altezza più o meno della
Marina sul lungotevere e di Porta Pinciana. È una narrazione, come vuole il
regista, del desiderio di sentirsi vivi. Enea sopravvive, ma non è il traghettatore
di Virgilio, nulla ne nasce.
Un progetto ambizioso, prodotto da Mieli e Guadagnino. Uno spaccato in
realtà di un mondo devastato. Per questo memorabile. Compresi gli ambienti. I ristoranti
stellati. Le case con giardino. E le discoteche sovraeccitate. Un mondo di oneupmanship
fini a se stesse, insignificanti, inutili- nemmeno tanto distruttive. Il
racconto resta come illustrazione del falso, del vuoto.
Pietro Castellitto, Enea, Sky Cinema, Now
Nessun commento:
Posta un commento