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venerdì 28 giugno 2024

La guerra madre, di guerre

Oggi 110 anni fa, il 18 giugno 1914, un nazionalista serbo, killer a tempo perso, Gavrilo Prinzip, aveva assistito la mattina a un attentato fallito dei suoi compagni, e se ne stava appoggiato al muro, quado vide materializzarsi davanti a lui, in automobile, il principe ereditario dell’odiato impero austro-ungarico. Aveva con se la pistola e non sbagliò mira. Cominciò “la guerra per finire tutte le guerre”.
La rivista riesuma per l’occasione un saggio pubblicato oggi vent’anni fa. In sei settimane l’Europa passò, anche allora come oggi, da “una lunga pace” - s’immaginava, e si organizzava a Amsterdam, la pace perpetua - “al reciproco massacro”. Uno scontro che si disse “la guerra per finire tutte le guerre”. L’esito è noto.
“Nel solo primo mese, più di un quarto di milione di soldati francesi furono uccisi”, per limitare il calcolo al solo fronte occidentale, senza quello italiano e quello russo. Tra Francia e Germania “più di tre milioni di persone persero la vita”, in una guerra per un fronte che si mosse “nemmeno cinque miglia” in tre anni.
“Le guerre hanno esiti che possiamo con difficoltà immaginare quando cominciano”. Di morte e niente più.
Adam Gopnik, Rethinking the War to End All Wars, “The New Yorker

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