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venerdì 14 giugno 2024

Meloni ha una marcia in più

Non voleva che si parlasse di aborto, e ha invitato il papa. E il papa è venuto - a un G 7 di mangiapreti (tra Canada, Francia, Germania e Inghilterra non si sa chi è più feroce). Voleva un sostegno soprattutto finanziario, più che militare, all’Ucraina, in vista di un cessate il fuoco, o armistizio – la pace sarà impossibile. E l’ha ottenuto. La logistica, complessa per un piccolo centro, ha fatto gestire da una donna, Belloni - per di più Pd, o 5 Stelle. Soprattutto, è riuscita a far varare alla Ue, nelle maglie del G 7, un piano per l’Africa, da 250 miliardi. E col presidente americano Biden ha avuto un colloquio di cinquanta minuti – un colloquio senza interpreti, quindi molto di più di un normale (formale) colloquio diplomatico: sbobinato è un testo di 40 pagine A 4, da 30 righe di 60 battute.  
Se è vero, se il piano europeo per l’Africa c’è, ed è stato varato o lo sarà a breve, con la commissione von der Leyen, è un esito inimmaginabile - anche solo 25 miliardi sarebbero una grande novità. Sono trent’anni che a Bruxelles non vogliono sentirne, di Mediterraneo e Africa, specie negli anni di Merkel. E quaranta da quando i tentativi italiani di abbozzare una politica mediterranea della Ue, coi governi Colombo e Craxi, incontrarono il silenzio di tutti – per prima della Francia di Mitterand, che pure si pensava avesse interessi in Africa e nel Mediterraneo, ma se li aveva non volle compartirli con l’Italia o l’Europa (Mitterrand, si può aggiungere per cognizione diretta, era solo interessato a strappare la Libia di Gheddafi dai legami con l’Italia, vendendogli i Mirage – il famoso “giro di walzer”). Da ultimo lo ha sperimentato il ministro Minniti del governo Gentiloni, che tanto vi si è applicato senza esito - come già da vice-ministro del Prodi bis, nel 2006-2008.
Meloni non ha buona stampa – la “buona stampa” non sa che dirne e quindi si maschera di antifascismo, che non si sbaglia mai. Ma i fatti ci sono. E sono grossi. Il piano per l’Africa, con gli affari che comporta, e una qualche regolamentazione dei flussi migratori, potrebbe avere anche effetti elettorali – l’accordo con la Tunisia, tanto deriso, funziona, Lampedusa respira, i naufragi e gli sbarchi si sono dimezzati (e sono siriani e bengalesi per lo più, parte di un mercato organizzato e ramificato, anche in Italia).

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