Meloni ha una marcia in più
Non voleva che si parlasse di aborto, e
ha invitato il papa. E il papa è venuto - a un G 7 di mangiapreti (tra Canada,
Francia, Germania e Inghilterra non si sa chi è più feroce). Voleva un sostegno
soprattutto finanziario, più che militare, all’Ucraina, in vista di un cessate
il fuoco, o armistizio – la pace sarà impossibile. E l’ha ottenuto. La logistica, complessa per un piccolo centro, ha fatto gestire da una donna, Belloni - per di più Pd, o 5 Stelle. Soprattutto,
è riuscita a far varare alla Ue, nelle maglie del G 7, un piano per l’Africa,
da 250 miliardi. E col presidente americano Biden ha avuto un colloquio di
cinquanta minuti – un colloquio senza interpreti, quindi molto di più di un
normale (formale) colloquio diplomatico: sbobinato è un testo di 40 pagine A
4, da 30 righe di 60 battute.
Se è vero, se il piano europeo per l’Africa
c’è, ed è stato varato o lo sarà a breve, con la commissione von der Leyen, è un
esito inimmaginabile - anche solo 25 miliardi sarebbero una grande novità. Sono trent’anni che a Bruxelles non vogliono sentirne, di
Mediterraneo e Africa, specie negli anni di Merkel. E quaranta da quando i tentativi italiani di abbozzare
una politica mediterranea della Ue, coi governi Colombo e Craxi, incontrarono
il silenzio di tutti – per prima della Francia di Mitterand, che pure si pensava
avesse interessi in Africa e nel Mediterraneo, ma se li aveva non volle
compartirli con l’Italia o l’Europa (Mitterrand, si può aggiungere per
cognizione diretta, era solo interessato a strappare la Libia di Gheddafi dai
legami con l’Italia, vendendogli i Mirage – il famoso “giro di walzer”). Da
ultimo lo ha sperimentato il ministro Minniti del governo Gentiloni, che tanto
vi si è applicato senza esito - come già da vice-ministro del Prodi bis, nel
2006-2008.
Meloni non ha buona stampa – la “buona
stampa” non sa che dirne e quindi si maschera di antifascismo, che non si
sbaglia mai. Ma i fatti ci sono. E sono grossi. Il piano per l’Africa, con gli
affari che comporta, e una qualche regolamentazione dei flussi migratori,
potrebbe avere anche effetti elettorali – l’accordo con la Tunisia, tanto deriso,
funziona, Lampedusa respira, i naufragi e gli sbarchi si sono dimezzati (e sono
siriani e bengalesi per lo più, parte di un mercato organizzato e ramificato, anche
in Italia).
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