skip to main |
skip to sidebar
Nostalgia della Russia, patria di emigrazione
La rappresentazione della memoria. In chiave nostalgica. Della Russia,
patria di emigrazione. Nelle specie di un giovane che all’età di otto, dodici e
quattordici anni aveva “viaggiato”: “per quattro anni in Russia, poi – per due
anni – sui mari e in Europa”. Come molti russi, prima, durante e dopo la
Rivoluzione sovietica.
Il racconto è di un’estate in un castello diroccato, nel mezzo della
Francia. Di cui la regina è la contessa Praskov’ja Dimitrievna, la vecchia
nonna. Una nonna che è “il secolo passato”, l’Ottocento, quando tutto era in
ordine. C’è la Russia nella nonna. E c’è la Russia nella rovina del castello.
Tutto anzi è rovina: il castello, il parco, i rapporti familiari. In rovina è
anche il villaggio, nell’immagine breve di una vendita all’asta per debiti. Russo
è il testimone della rovina, il giovane del racconto.
Ma non è una parabola. Il quadro è lieve, come di una fantasia – è subentrata
la rassegnazione. Un’altra stazione nella via crucis dell’emigrazione
– dopo l’ebreo errante ci sarà il russo errante, ormai da un secolo e più? Ma
serena, rasserenante.
Nina Berberova, Roquenval, Guanda,
pp. 78 € 10
Nessun commento:
Posta un commento