domenica 2 giugno 2024

Ombre - 722

Cosa ha detto la presidente del consiglio Meloni all’ex sindaco di Roma Rutelli nei giardini del Quirinale per la festa della Repubblica: “Mi diverto? No. Però non mi annoio” - “la Repubblica”. Oppure, Rutelli le chiede: “A Palazzo Chigi ti stai divertendo?” e lei risponde: “Non mi annoio, ma tra un mi annoio e un mi diverto ce ne passa” -“Corriere della sera”. Non si può mai sapere.
 
“Intelligenza artificiale, boom di truffe”, scopre “Il Sole 24 Ore: “Negli Usa 40 miliardi di danni al 2027”. Ecco di che si trattava: l’IA pone questioni etiche, ma di tipo noto.
“Boom di truffe anche in Europa”. Si andrà a – ci vorrà – un inverno anche digitale?
 
“Nella gara Zara-Benetton gli spagnoli vincono 35 miliardi a 1”, cioè vendono per 35 miliardi, Benetton solo per uno. Impietoso “Il Sole 24 Ore” stronca Luciano Benetton, che sostiene di non avere saputo dal management l’andamento degli affari. Si poteva argomentare, come è stato detto e fatto, che il settore era “maturo”, i margini ristretti, il franchising oneroso, e il “poeta” Luciano per questo era stato marginalizzato dai fratelli, e poi dai nipoti. Ma si è voluto proteggere la Famiglia, concedere a Luciano un ultimo palcoscenico, con la tonitruante intervista contro i manager.
 
I Giovani Industriali si augurano un’Europa diversa dopo il voto. Una che non ripeta “quello che è stato fatto in questi cinque anni, un green deal che è «fuori di testa», una burocrazia asfissiante, la disunione bancaria, la disunione fiscale”. Sono critiche-richieste di destra? Può darsi, vanno nel senso dei sondaggi sugli umori degli elettori. Ma la sinistra cosa propone?
 
Il recupero dell’economia dal crollo del 2007 si è prodotto solo nel 2023, calcola l’Istat, e spiega (accenna) la Relazione annuale della Banca d’Italia.  Come se l’Italia emergesse da una voragine, dopo un quindicennio di navigazione sotto terra – emergesse per di più con dieci anni di ritardo rispetto alle economie maggiori della Ue. Ma di questo non si legge, i giornali hanno molte pagine di politica, ma di Lollobrigida, De Luca, e naturalmente “le duellanti” Meloni-Schlein.
  
A una settimana, o sono due?, dal fatto, Meloni che si presenta a De Luca come “sono la stronza”, “la Repubblica” ha lunghi commenti, di specialisti e “firme”,  su “stronzo”, “merda”, “escrementi”, “cacca” e affini. Giornalismo non è. È consolazione – di che? glottologia? fancazzismo? coprofilia? Ma contro o pro Meloni?
Gli intellettuali leggono i giornali in ritardo? Hanno i riflessi lenti? E i direttori?
 
Il cardinale Pizzaballa, patriarca dei cattolici in Terra Santa, constata il fallimento del dialogo delle religioni. Niente dialogo, dal 7 ottobre solo odio. Il dialogo non è teologico, ma di storia e popolazioni – anche nelle guerre di religione, la religione (teologia, culto, riti) era una copertura.
Il cardinale è peraltro il patriarca dei cattolici latini, o romani. C’è un patriarca distinto per i cattolici ortodossi?
 
Meloni che alla celebrazione di Matteotti accusa il fascismo è inquietante. Se anche lei passa con l’antifascismo, che cosa resterà agli antifascisti, soprattutto quelli dell’ultima e ultimissima ora? In questa estate 2024, di guerre crudeli, di bellicismo macroniano, e di deglobalizzazione. Dovranno magari rifletterci su, un poco.
 
Diminuisce la disoccupazione giovanile, dopo il fenomeno pluriennale dei “bamboccioni”, o nerd, che si fanno mantenere dai genitori. Ma non perché sono diminuiti i giovani? Ci sono oggi 5 milioni in meno di “giovani”, 18-34 anni, rispetto a trent’anni fa.
 
Dopo il gas, si scopre che anche il grano russo ha continuato ad affluire in Italia nel 2023, con tutte le sanzioni. In misura abnorme, il mille per cento in più – con un 800 per cento in più dalla Turchia (quindi sempre dalla Russia, via Turchia) e qualcosa anche dal Kazakistan. Superando le tradizionali importazioni italiane di grano dal Canada, e abbattendo i costi per gli utilizzatori – i grossisti, a danno dei coltivatori italiani. Le sanzioni sono un business.
 
Roma ha il record delle multe stradali, 172 milioni nel 2023, il 40 per cento in più rispetto al 2022. Delle multe pagate, questo è il vero record. L’aumento è una delle poche cose che la giunta  Gualtieri, in carica da quasi tre anni, ha fatto, più multe: nelle strade riposte dei quartieri è stata una messe ubertosa (non in quelle commerciali) – per il resto è come se non ci fosse.
 
Ci sono leggi per l’utilizzo degli incassi da multe stradali: devono andare alla sicurezza della circolazione. La metà deve andare alla segnaletica, al manto stradale, all’illuminazione. Tutte cose che Roma non aveva e non ha, anche ora che s’impavesa per il Giubileo: si guida di notte, sui lungotevere ma anche nei quartieri, a naso, si può guidare per Roma solo a memoria, i segnali stradali non ci sono (quelli vecchi, dell’Olimpiade 1960, sono in piccolo, in alto, dopo l’incrocio) e stanti le forti vibrazioni in macchina, come da catastrofe imminente, ci si meraviglia che ciclisti e motociclisti arrivino indenni.

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