domenica 23 giugno 2024

Ombre - 725

“Retate in strada, blitz per la leva: i renitenti preoccupano Zelensky. In 660 mila evitano il fronte”.  Cioè, chi combatte, chi ha combattuto finora? C’è poca verità su questa guerra, se non si sa nemmeno chi la combatte. Come sui siluramenti dei capi militari e le cicliche purghe per corruzione.
Come, del resto, sulle origini o cause della guerra – di cui perciò non si può intravedere o preparare una fine.
 
“A maggio, subito dopo la condanna, Trump ha superato Biden nelle donazioni, specie dei grandi capitalisti”. Che non sono scemi. Se hanno puntato su Trump, che per ogni altro aspetto viene considerato inaffidabile, è che la democrazia in America è arrivata a un limite: fautori dell’ordine prestabilito scelgono Trump perché non si fidano dei processi “democratici”, cioè politici – di Procuratori, giudici e giurie che (si) fanno la legge.
 
“Chi adesso mi scrive ha un’età media tra gli ottanta e i cento anni”, spiega arguta Natalia Aspesi, festeggiata dal “Venerdì di Repubblica” per i 95 anni, a Marco Cicala: “È gente che è diventata vecchia con Repubblica…. Sono gli stessi di qualche decennio fa, ma sono invecchiati e non ce ne sono di nuovi”. Anche nelle lettere al giornale ricorrono spesso vecchi noi.
 
Suscita sconcerto – prende di contropiede - la visita con abbracci di Putin in Vietnam. Perché “il Vietnam” è la buona coscienza dei giornalisti – di quelli che ancor  sanno dove il Vietnam si trova e come è nato. Perché sconcerto? Un po’ di storia. Anche di geografia, politica, ed economica.
 
La guerra si prolunga a Gaza, siamo già nono mese, in un territorio grande quanto una provincia italiana, e malgrado l’evidente sproporzione di forze, per una  altrettanto evidente strategia di annientamento: Israele vuole annientare il nemico. È una strategia, per quanto criticabile. Ma di questa guerra sappiamo tutto quanto pensano e vogliono il governo e l’esercito israeliani - e cosa ne pensano e dicono i tanti ebrei nel mondo. Poco o niente, al confronto, di cosa fanno o pensano i palestinesi, la controparte – giusto foto di macerie, e di donne e bambini in lacrime. È solo cattivo giornalismo?
 
La Ferrari vale oggi 14 miliardi nel portafoglio della famiglia Agnelli-Elkann (Exor) , mentre il gruppo Fiat-Peugeot-Citroen-Lancia-Maserati-Alfa Romeo-Opel-Chrysler-Dodge vale 9,5 miliardi. Automobili?
 
C’è voluto molto, nelle cronache della vergognosa Spagna-Italia, sia su Rai 1 sia su Sky, dove pure c’erano gli esperti Caressa e Bergomi, per fare capire ai cronisti, o fargli comunque dire, che l’Italia non toccava palla. Si va alla partita con gli occhiali scuri, da “cecati”, con un copione già scritto e memorizzato?
 
Un Platone-non-Platone (attribuzione contestata), citazioni errate, di Foscolo per l’Italiano, di Cervantes per lo spagnolo, prese dai social?, e italiano delle tesine approssimativo. Non sono errori – che si ripetono ogni anno – alla maturità, è probabilmente il livello degli insegnanti di liceo, che scelgono organizzano e redigono i quesiti, funzionari ministeriali e loro consulenti.
 
Si dà alla Maturità classica un brano del “traducibile” Platone, preceduto da una introduzione in italiano al brano scelto, e d a un “pre-testo” dello stesso, con la traduzione. Cioè, come dire che la traduzione dal greco non possibile, non con gli strumenti che i liceo ha dato agli studenti. Cioè, più che di maturità, è un esame dell’“arrangiamoci”, di approssimazione, pochezza, imprecisione, stellone.
 
Il cardinale Ruini, 93 anni ma di buona memoria, spiega a Verderami sul “Corriere della sera” in prima pagina quando e come l’allora presidente della Repubblica  Scalfaro lo invitò, insieme con i capi della Santa Sede, nel 1994, per far cadere Berlusconi, il primo governo Berlusconi, di destra. Silenzio, nemmeno un commento. Uno pensa di esserselo lasciato sfuggire ma no, i siti dei giornali sono muti al riguardo. Non negano, e non biasimano.
 
Ma come vestono gli sportivi, Del Piero, Adani, Spalletti, nella vetrina Europei? Devono vendere qualcosa?
 
La Romania batte l’Ucraina e i tifosi urlano «Putin, Putin»”. Sicuramente non erano filo-russi, probabilmente anzi anti-russi, come tutti in Romania, e certo non nazisti – che c’entrano? Ma bisognerebbe sapere un po’ dell’Est europeo, degli “slavi”, ungheresi e rumeni compresi, i “moldavi” per esempio, che cosa bolle in pentola.
È li squadernato, nella storia anche recente, perché fare, da due anni e mezzo ormai, ogni giorno quattro e sei e otto pagine sull’Ucraina con lamentazioni, da prefiche professionali - al funerale?

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