Ombre - 725
“Retate
in strada, blitz per la leva: i renitenti preoccupano Zelensky. In 660 mila
evitano il fronte”. Cioè, chi combatte,
chi ha combattuto finora? C’è poca verità su questa guerra, se non si sa nemmeno
chi la combatte. Come sui siluramenti dei capi militari e le cicliche purghe
per corruzione.
Come,
del resto, sulle origini o cause della guerra – di cui perciò non si può
intravedere o preparare una fine.
“A
maggio, subito dopo la condanna, Trump ha superato Biden nelle donazioni, specie
dei grandi capitalisti”. Che non sono scemi. Se hanno puntato su Trump, che per
ogni altro aspetto viene considerato inaffidabile, è che la democrazia in America
è arrivata a un limite: fautori dell’ordine prestabilito scelgono Trump perché
non si fidano dei processi “democratici”, cioè politici – di Procuratori, giudici
e giurie che (si) fanno la legge.
“Chi
adesso mi scrive ha un’età media tra gli ottanta e i cento anni”, spiega arguta
Natalia Aspesi, festeggiata dal “Venerdì di Repubblica” per i 95 anni, a Marco
Cicala: “È gente che è diventata vecchia con Repubblica…. Sono gli
stessi di qualche decennio fa, ma sono invecchiati e non ce ne sono di nuovi”.
Anche nelle lettere al giornale ricorrono spesso vecchi noi.
Suscita
sconcerto – prende di contropiede - la visita con abbracci di Putin in Vietnam.
Perché “il Vietnam” è la buona coscienza dei giornalisti – di quelli che
ancor sanno dove il Vietnam si trova e
come è nato. Perché sconcerto? Un po’ di storia. Anche di geografia, politica,
ed economica.
La guerra si prolunga a Gaza, siamo già nono mese, in
un territorio grande quanto una provincia italiana, e malgrado l’evidente
sproporzione di forze, per una altrettanto
evidente strategia di annientamento: Israele vuole annientare il nemico. È una
strategia, per quanto criticabile. Ma di questa guerra sappiamo tutto quanto
pensano e vogliono il governo e l’esercito israeliani - e cosa ne pensano e
dicono i tanti ebrei nel mondo. Poco o niente, al confronto, di cosa fanno o
pensano i palestinesi, la controparte – giusto foto di macerie, e di donne e
bambini in lacrime. È solo cattivo giornalismo?
La
Ferrari vale oggi 14 miliardi nel portafoglio della famiglia Agnelli-Elkann
(Exor) , mentre il gruppo Fiat-Peugeot-Citroen-Lancia-Maserati-Alfa Romeo-Opel-Chrysler-Dodge
vale 9,5 miliardi. Automobili?
C’è
voluto molto, nelle cronache della vergognosa Spagna-Italia, sia su Rai 1 sia
su Sky, dove pure c’erano gli esperti Caressa e Bergomi, per fare capire ai
cronisti, o fargli comunque dire, che l’Italia non toccava palla. Si va alla partita
con gli occhiali scuri, da “cecati”, con un copione già scritto e memorizzato?
Un
Platone-non-Platone (attribuzione contestata), citazioni errate, di Foscolo per
l’Italiano, di Cervantes per lo spagnolo, prese dai social?, e italiano delle
tesine approssimativo. Non sono errori – che si ripetono ogni anno – alla
maturità, è probabilmente il livello degli insegnanti di liceo, che scelgono
organizzano e redigono i quesiti, funzionari ministeriali e loro consulenti.
Si
dà alla Maturità classica un brano del “traducibile” Platone, preceduto da una
introduzione in italiano al brano scelto, e d a un “pre-testo” dello stesso,
con la traduzione. Cioè, come dire che la traduzione dal greco non possibile,
non con gli strumenti che i liceo ha dato agli studenti. Cioè, più che di maturità,
è un esame dell’“arrangiamoci”, di approssimazione, pochezza, imprecisione,
stellone.
Il cardinale Ruini, 93 anni
ma di buona memoria, spiega a Verderami sul “Corriere della sera” in prima
pagina quando e come l’allora presidente della Repubblica Scalfaro lo invitò, insieme con i capi della
Santa Sede, nel 1994, per far cadere Berlusconi, il primo governo Berlusconi,
di destra. Silenzio, nemmeno un commento. Uno pensa di esserselo lasciato
sfuggire ma no, i siti dei giornali sono muti al riguardo. Non negano, e non
biasimano.
Ma come vestono gli
sportivi, Del Piero, Adani, Spalletti, nella vetrina Europei? Devono vendere
qualcosa?
La
Romania batte l’Ucraina e i tifosi urlano «Putin, Putin»”. Sicuramente non
erano filo-russi, probabilmente anzi anti-russi, come tutti in Romania, e certo
non nazisti – che c’entrano? Ma bisognerebbe sapere un po’ dell’Est europeo,
degli “slavi”, ungheresi e rumeni compresi, i “moldavi” per esempio, che cosa
bolle in pentola.
È
li squadernato, nella storia anche recente, perché fare, da due anni e mezzo
ormai, ogni giorno quattro e sei e otto pagine sull’Ucraina con lamentazioni,
da prefiche professionali - al funerale?
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