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sabato 22 giugno 2024

Repressione e liberazione, un’altra storia

La ricostruzione a ottant’anni della liberazione di Firenze, con una dura guerriglia urbana contro camicie nere e truppe tedesche nella parte Nord della città, mentre gli Alleati erano attardati a Sud dell’Arno, i tedeschi avendo minato i ponti. Una battaglia che durò tutto un mese a partire dall’11 agosto 1944.  I gerarchi fascisti e i tedeschi sono in ritirata, ma presidiano ancora la città, per garantirsi le spalle, e ancora per quasi un mese saranno attivi e cattivi contro ogni forma di Resistenza.
Dopo Napoli, Firenze fu la prima città che insorgeva contro la Repubblica di Salò e l’occupante tedesco, anticipando le vicende politiche e militari al Nord nei mesi successivi. Avvenne dopo una serie di scioperi, a partire da febbrario, a Firenze alla Nuovo Pignone,  e alla Manifattura Tabacchi, qui a opera delle sigaraie, a Vicchio, a Empoli nle vetrerie, a Prato nel tessile. La repressione è a opera dei fascisti di Salò. A Prato in concomitanza con un disastroso bombardamento Alleato, che distrusse abitazioni e monumenti. I partecipanti allo a Prato, o presunti tali, tutti uomini, 338, vengono avviati a Mauthausen - ne ritorneranno 64.
L’occupazione era stata specialmente cattiva. Arresti arbitrari e torture si operavano a Firenze a Villa Triste, a opera della banda mussoliniana Carità. La deportazione degli ebrei fu particolarmente curata. Dopo l’insurrezione i cecchini fascisti, sotto il manifesto “Ritorneremo”, continuarono a lungo la folle corsa all’assassinio mirato di innocenti. Firenze aveva un ruolo centrale per il fascismo repubblichino, con molte presenze di grandi federali, e molta determinazione, fino alla ferocia.
Le ricostruzioni sono dello storico Matteo Mazzoni, e di Valdo Spini - figlio dello storico Giorgio Spini, un esponente della sinistra del partito Socialista, di cui fu il coordinatore (segretario) nell’estate del 1994, dopo essere stato ministro dell’Ambiente nei governi Amato e Ciampi.
Una celebrazione pregevolissima. Con notevoli medaglioni di personaggi di primo piano nella Resistenza, che non figurano negli albi di storia.  Molte donne: Anna Maria Enriques, Tina Lorenzoni, Mary Cox, Maria Penna Cannaviello. L’eccidio della famiglia Robert Einstein, il cugino di Albert Einstein che a Firenze era ingegnere al Nuovo Pignone. Gli intrighi e intrallazzi attorno ai beni artistici. Un ricordo di “Potente”, Aligi Barducci, comandante della divisione partigiana Arno. I Carabinieri di Fiesole, trucidati dai tedeschi perché sospetti di optare per la Resistenza. 
Con molte fotografie, anche di manifesti d’epoca, e materiale documentario in facsimile
Con molte fotografie, anche di manifesti d’epoca, e materiale documentario in facsimile
Valdo Spini-MatteoMazzoni, 1944 Firenze insorge, “la Repubblica”, pp.139, ill., gratuito in edicola

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