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giovedì 13 giugno 2024

Secondi pensieri - 537

zeulig


Destra-sinistra
– Come classificare Grillo? Il fanientismo con fanculismo. Si direbbe di destra – è “verde”, ma lo è stata per prima la destra un secolo fa, i Wandervogel (anche Hitler era “verde” – e astemio, non fumava, etc.). E invece è di sinistra – va a sinistra.
 
Geografia
– È la scienza del viaggio, onirica, fantastica, reale. La scienza e il quadro del bisogno umano di viaggi, spostamenti, incontri, sia pure nel pensiero.
 
Intellettuale
– La sua prima formulazione è il “furiosus” di Giordano Bruno? Del dialogo “Degli eroici furori”: uno che non vive “nella temperanza della mediocrità, ma nell’eccesso delle contrarietadi”. O è Montaigne, di Bruno peraltro contemporaneo? Si spiegherebbe che sia una figura tramontata, in epoca radicalmente non incline alle “contarietadi” – niente più controversisti. Diciamo a partire da Bruno e Montaigne – più propriamente da Montesquieu, un secolo e qualche decennio dopo.
 
Kant e l’Ia
- Kant è - è stato in un primo momento – il pensatore dell’Intelligenza Artificiale, nella forma del pio architetto dell’universo. È argomentazione plausibile di Ferraris, “KantGTP”, se “conoscere l’io è conoscere il mondo, e viceversa”: “Kant si è proposto di descrivere il mondo, ma ha descritto la mente che lo conosce”. Peggio: “All’inizio dell’impresa critica pensava di descrivere un’intelligenza umana ma ha immaginato una mente artificiale” – “la Critica della ragion pura assomiglia molto più a ChatGPT o a qualunque altra intelligenza artificiale generativa che non all’intelligenza umana”.
Alla prima “narrazione di Kant manca la carne”, continua Ferraris, la fisicità. “Abbiamo a che fare con un apparecchio molto complesso” ma “meccanico”: “Un io inteso come principio di coordinazione di tutte le esperienze, due forme pure della sensibilità, cioè lo spazio e il tempo, e dodici categorie”. Poi si è ricreduto, sette anni dopo, con la Critica della ragione pratica, 1788, e subito dopo con la Critica del giudizio – che ha presentato come un completamento ma sono “una riforma (nel 1788), e addirittura una rivoluzione (nel 1790)”.
 
Moderno
– “Il” Moderno è Giordano Bruno, “De l’infinito, universo e mondi”: “La terra, dunque, non è assolutamente al centro dell’universo”?
Il mondo infinito non ha un centro: “Così non è più centro la terra che qualsiasi altro corpo mondano, e non son più certi determinati poli alla terra che la terra sia un certo e determinato polo o qualche altro punto dell’etere o «spacio» mondano; e similmente a tutti gli altri corpi; li quali medesimi, per diversi riguardi, tutti sono centri e punti di circonferenza, e poli e zenithi ed altre differenze”.
 
Monoteismo
– “È chiaro che il monoteismo è nato da persone che passavano giorni e mesi camminando nel deserto”, Italo Calvino, “Una lettera dal Sahara”: “La sensazione che dà il desero è quello della sua infinita unità e nello stesso tempo non si dimentica mai che è formato da minutissimi granellini”.
 
Realtà – È “figura retorica” per Borges, poeta, narratore e sognatore. Ma si potrebbe dire il rovesciamento della poesia, e dei sogni – della fantasia. Se non che la fantasia è parte della realtà, pesante e non lieve.
 
Storia – Non può tornare indietro, si dice, quel che è stato è stato. Ma? Un Levasseur de la Sarthe ha fatto scrivere sulla sua tomba, in qualche posto in Francia, “ex convenzionale”. È morto vecchio, ha avuto tempo per ricredersi. Ma è come dire ex boia, una cosa che in parte dipende dalla funzione in parte dall’animo. Si può dire ex anarchico? Si può dire ex oste, o vigile urbano, perché queste sono condizioni accidentali. Ma ex assassino? Forse di uno che lo è stato una volta, accidentalmente.
Ma forse siamo tutti ex: ex bambini, amanti, figli, studenti. Si può pensare la vita una serie di cicatrici, tutte in varia misura morbose, buone o cattive, utili o ingombranti - Levasseur era anche Thérése, la donna prolifica di Rousseau.
René Levasseur, detto Levasseur de la Sarthe per esserne stato eletto alla Convenzione, fu medico, fece votare l’abolizione della schiavitù, che Napoleone restaurò, votò la morte del re, e volle il tribunale rivoluzionario, al quale, caso unico, riuscì a sfuggire. Esiliato in quanto regicida nel 1816, fece in tempo a scrivere due libri di Mémoires.
 
“La storia occidentale contemporanea è in larga parte opera di esiliati, emigrati, rifugiati”, assicura Edward Said, dalle dittature e da se stessi. Si diventa gelosi di quello che si è, si fa, si pensa, sia pure stupido. È una vita “contrappuntistica”, dice Said. No, è regolata sul canone della fuga: non appena s’individua un assetto se ne genera un altro.
 
Ogni cosa, anche il passato, è storia a sé. Ma è strano quanto sia ripetitiva - ritornante più che differente. È solo il peso della memoria, che riconosce – e quindi riduce, modellizza? Ma anche la volontà e l’immaginazione hanno una loro forza. La zavorra sempre pesa, e difficilmente è eliminabile. Se non con applicazione, in modiche quantità.
 
Uguaglianza – Quella di Bobbio l’ha realizzata Grillo, che è un comico, all’ombra del “vaffanculo”, si direbbe dell’asocialità, per portare la plebe al comando, che sarebbe il culmine della socialità: uno vale uno. E niente vale. Né intelligenza, né fatica o applicazione. Con corredo di rendita pubblica. Altrimenti come si fa, senza aver alcuna occupazione, professione, specializzazione, abilità, a governare, giusto il numero?
 
ViaggiareSi potrebbe dire il modo dell’essere – o il nodo: l’essere dell’essere, che si scioglie nella domanda, se il segreto dell’essere è il modo giusto di porre le domande (Socrate). Come in Timothy Leary, importante non è arrivare ma viaggiare, Brian Jones, Janis Joplin, Morrison, Hendrix, tutti quelli che ci hanno lasciato le penne.
 
Weg, il sentiero, titolo preferito del Filosofo del Novecento Heidegger, anche in poesia, non porta però in nessun luogo: dai suoi viaggi non torna nessuno, non potendosi raccontare. L’essere è indicibile, che viene dal nulla. Benché sia fantastico, un essere che viene dal nulla, un nulla in grado di figliare. L’ameba, certo, si moltiplica dividendosi, ma è sempre uguale. Fantastico è il nulla, come lo zero.
Ma se l’essere si pone come nella caverna di Platone, buon Weg dovrebbe essere il cinema, dove l’immagine è iperreale, e preferibilmente polposa e con voglie.
 
È “l’intenso desiderio di dimenticare se stessi, la propria condizione materiale, la propria condizione esteriore nel mondo, un desiderio che spinge l’uomo a cercarsi un involucro diverso, a rompere intorno a sé la cornice creata da uomini e circostanze, a spezzare le associazioni sclerotizzate che evocano il suo nome, il suo volto” – Nina Berberova, “La sovrana”, pp. 19-20.

zeulig@antiit.eu

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