zeulig
Destra-sinistra – Come classificare Grillo? Il fanientismo con
fanculismo. Si direbbe di destra – è “verde”, ma lo è stata per prima la destra
un secolo fa, i Wandervogel (anche Hitler era “verde” – e astemio, non fumava,
etc.). E invece è di sinistra – va a sinistra.
Geografia – È la scienza del viaggio, onirica, fantastica,
reale. La scienza e il quadro del bisogno umano di viaggi, spostamenti,
incontri, sia pure nel pensiero.
Intellettuale – La sua prima formulazione è il “furiosus” di
Giordano Bruno? Del dialogo “Degli eroici furori”: uno che non vive “nella
temperanza della mediocrità, ma nell’eccesso delle contrarietadi”. O è
Montaigne, di Bruno peraltro contemporaneo? Si spiegherebbe che sia una figura
tramontata, in epoca radicalmente non incline alle “contarietadi” – niente più
controversisti. Diciamo a partire da Bruno e Montaigne – più propriamente da
Montesquieu, un secolo e qualche decennio dopo.
Kant e l’Ia - Kant è - è stato in un primo momento –
il pensatore dell’Intelligenza Artificiale, nella forma del pio architetto
dell’universo. È argomentazione plausibile di Ferraris, “KantGTP”, se
“conoscere l’io è conoscere il mondo, e viceversa”: “Kant si è proposto di
descrivere il mondo, ma ha descritto la mente che lo conosce”. Peggio: “All’inizio
dell’impresa critica pensava di descrivere un’intelligenza umana ma ha immaginato
una mente artificiale” – “la Critica della ragion pura assomiglia molto più
a ChatGPT o a qualunque altra intelligenza artificiale generativa che non all’intelligenza
umana”.
Alla prima “narrazione di Kant manca la carne”, continua
Ferraris, la fisicità. “Abbiamo a che fare con un apparecchio molto complesso”
ma “meccanico”: “Un io inteso come principio di coordinazione di tutte le
esperienze, due forme pure della sensibilità, cioè lo spazio e il tempo, e dodici
categorie”. Poi si è ricreduto, sette anni dopo, con la Critica della ragione
pratica, 1788, e subito dopo con la Critica del giudizio – che ha presentato
come un completamento ma sono “una riforma (nel 1788), e addirittura una
rivoluzione (nel 1790)”.
Moderno – “Il” Moderno è Giordano Bruno, “De l’infinito,
universo e mondi”: “La terra, dunque, non è assolutamente al centro
dell’universo”?
Il mondo infinito non ha un centro: “Così non è
più centro la terra che qualsiasi altro corpo mondano, e non son più certi determinati
poli alla terra che la terra sia un certo e determinato polo o qualche altro
punto dell’etere o «spacio» mondano; e similmente a tutti gli altri corpi; li
quali medesimi, per diversi riguardi, tutti sono centri e punti di
circonferenza, e poli e zenithi ed altre differenze”.
Monoteismo – “È chiaro che il monoteismo è nato da persone
che passavano giorni e mesi camminando nel deserto”, Italo Calvino, “Una lettera
dal Sahara”: “La sensazione che dà il desero è quello della sua infinita unità
e nello stesso tempo non si dimentica mai che è formato da minutissimi granellini”.
Realtà – È “figura retorica” per Borges, poeta,
narratore e sognatore. Ma si potrebbe dire il rovesciamento della poesia, e dei
sogni – della fantasia. Se non che la fantasia è parte della realtà, pesante e
non lieve.
Storia – Non può
tornare indietro, si dice, quel che è stato è stato. Ma? Un Levasseur de la
Sarthe ha fatto scrivere sulla sua tomba, in qualche posto in Francia, “ex
convenzionale”. È morto vecchio, ha avuto tempo per ricredersi. Ma è come dire
ex boia, una cosa che in parte dipende dalla funzione in parte dall’animo. Si
può dire ex anarchico? Si può dire ex oste, o vigile urbano, perché queste sono
condizioni accidentali. Ma ex assassino? Forse di uno che lo è stato una volta,
accidentalmente.
Ma forse siamo tutti
ex: ex bambini, amanti, figli, studenti. Si può pensare la vita una serie di
cicatrici, tutte in varia misura morbose, buone o cattive, utili o ingombranti
- Levasseur era anche Thérése, la donna prolifica di Rousseau.
René Levasseur,
detto Levasseur de la Sarthe per esserne stato eletto alla Convenzione, fu
medico, fece votare l’abolizione della schiavitù, che Napoleone restaurò, votò
la morte del re, e volle il tribunale rivoluzionario, al quale, caso unico,
riuscì a sfuggire. Esiliato in quanto regicida nel 1816, fece in tempo a
scrivere due libri di Mémoires.
“La storia occidentale contemporanea è in larga parte opera di
esiliati, emigrati, rifugiati”, assicura Edward Said, dalle dittature e da se
stessi. Si diventa gelosi di quello che si è, si fa, si pensa, sia pure stupido.
È una vita “contrappuntistica”, dice Said. No, è regolata sul canone della
fuga: non appena s’individua un assetto se ne genera un altro.
Ogni cosa,
anche il passato, è storia a sé. Ma è strano quanto sia ripetitiva - ritornante
più che differente. È solo il peso della memoria, che riconosce – e quindi
riduce, modellizza? Ma anche la volontà e l’immaginazione hanno una loro forza.
La zavorra sempre pesa, e difficilmente è eliminabile. Se non con applicazione,
in modiche quantità.
Uguaglianza – Quella di Bobbio l’ha realizzata Grillo, che è
un comico, all’ombra del “vaffanculo”, si direbbe dell’asocialità, per portare
la plebe al comando, che sarebbe il culmine della socialità: uno vale uno. E
niente vale. Né intelligenza, né fatica o applicazione. Con corredo di rendita
pubblica. Altrimenti come si fa, senza aver alcuna occupazione, professione,
specializzazione, abilità, a governare, giusto il numero?
Viaggiare – Si
potrebbe dire il modo dell’essere – o il nodo: l’essere dell’essere, che si
scioglie nella domanda, se il segreto dell’essere è il modo giusto di porre le
domande (Socrate). Come in Timothy Leary, importante non è arrivare ma
viaggiare, Brian Jones, Janis Joplin, Morrison, Hendrix, tutti quelli che ci
hanno lasciato le penne.
Weg, il sentiero, titolo preferito del Filosofo del
Novecento Heidegger, anche in poesia, non porta però in nessun luogo: dai suoi
viaggi non torna nessuno, non potendosi raccontare. L’essere è indicibile, che
viene dal nulla. Benché sia fantastico, un essere che viene dal nulla, un nulla
in grado di figliare. L’ameba, certo, si moltiplica dividendosi, ma è sempre
uguale. Fantastico è il nulla, come lo zero.
Ma se l’essere si pone come nella caverna
di Platone, buon Weg dovrebbe essere
il cinema, dove l’immagine è iperreale, e preferibilmente polposa e con voglie.
È “l’intenso desiderio di dimenticare se stessi,
la propria condizione materiale, la propria condizione esteriore nel mondo, un
desiderio che spinge l’uomo a cercarsi un involucro diverso, a rompere intorno
a sé la cornice creata da uomini e circostanze, a spezzare le associazioni
sclerotizzate che evocano il suo nome, il suo volto” – Nina Berberova, “La
sovrana”, pp. 19-20.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento