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domenica 16 giugno 2024

Sherlock Holmes e il massacro delle foche

A vent’anni, al terzo anno di Medicina a Edimburgo, il futuro padre di Sherlock Holmes s’imbarcò per sei mesi invernali, la stagione della caccia alle balene. Non era uno avventuroso, sarà a lungo un medico di provincia, che per divertirsi si limitava a scrivere, di tutto, racconti, note, articoli. Ma, cresciuto in famiglia senza padre, morto giovane, per le cure di zii e zie, sentiva di doversi mantenere da solo presto, e anche in qualche modo sdebitarsi.
Il diario è tenuto con accuratezza, giorno quasi dopo giorno. Uno dei 56 membri dell’equipaggio. Si viaggia verso le Shetland, poi la Groenlandia. Sulla “Hope”, ritenuta una delle baleniere migliori, ma lunga quindici metri appena, e larga nove. A vapore. Con 56 membri di equipaggio. CD parte con libri di filosofia, poesia e narrativa, ma avrà poco tempo e spazio per leggere.
L’avventura è un po’ monotona, di temperature, pressione, venti, e di nebbie, ghiacci, correnti – resterà la sola esperienza marina del terragno Doyle. E molto sangue. Incidenti di vario tipo occorrono alla ciurma, e il medico deve intervenire. Mentre la “caccia” non è un passatempo. Un “massacro delle foche” lo impressiona specialmente: “È davvero un lavoro sanguinario far schizzare fuori il cervello di quelle povere creature mentre ti fissano con i loro occhioni scuri”.
Ma è già quello che sarà da scrittore famoso: preciso, lento, “positivo”. Del dramma visto dalla fine, dalla conclusione, anche quando è minaccioso – la sorpresa alla Sherlock Holmes è nel “metodo”, il modo di arrivare alla conclusione, che non sarà traumatica, imprevedibile cioè fino alla catastrofe. Questa la sua particolarissima suspense, del tipo: “Sono caduto nel Mar Glaciale Artico per tre volte oggi, ma per fortuna qualcuno è sempre stato vicino per tirarmi fuori”.
Non è il primissimo scritto di Arthur Conan Doyle, racconti brevi precedenti sono stati repertoriati. Ma notevole è l’impegno, giorno dopo giorno per sei mesi. E l’esattezza.
Riscoperto recentemente, nel 2012. Già tradotto da Utet, come “Avventure nell’Artico”.
Arthur Conan Doyle, Diario di un’avventura artica
, Nutrimenti, pp. 144 € 17

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