Sherlock Holmes e il massacro delle foche
A vent’anni, al terzo anno di Medicina a Edimburgo, il futuro padre di
Sherlock Holmes s’imbarcò per sei mesi invernali, la stagione della caccia alle
balene. Non era uno avventuroso, sarà a lungo un medico di provincia, che per
divertirsi si limitava a scrivere, di tutto, racconti, note, articoli. Ma, cresciuto
in famiglia senza padre, morto giovane, per le cure di zii e zie, sentiva di doversi
mantenere da solo presto, e anche in qualche modo sdebitarsi.
Il diario è tenuto con accuratezza, giorno quasi dopo giorno. Uno dei 56
membri dell’equipaggio. Si viaggia verso le Shetland, poi la Groenlandia. Sulla
“Hope”, ritenuta una delle baleniere migliori, ma lunga quindici metri appena,
e larga nove. A vapore. Con 56 membri di equipaggio. CD parte con libri di filosofia,
poesia e narrativa, ma avrà poco tempo e spazio per leggere.
L’avventura è un po’ monotona, di temperature, pressione, venti, e di
nebbie, ghiacci, correnti – resterà la sola esperienza marina del terragno
Doyle. E molto sangue. Incidenti di vario tipo occorrono alla ciurma, e il medico
deve intervenire. Mentre la “caccia” non è un passatempo. Un “massacro delle
foche” lo impressiona specialmente: “È davvero un lavoro sanguinario far
schizzare fuori il cervello di quelle povere creature mentre ti fissano con i
loro occhioni scuri”.
Ma è già quello che sarà da scrittore famoso: preciso, lento, “positivo”.
Del dramma visto dalla fine, dalla conclusione, anche quando è minaccioso – la
sorpresa alla Sherlock Holmes è nel “metodo”, il modo di arrivare alla conclusione,
che non sarà traumatica, imprevedibile cioè fino alla catastrofe. Questa la sua
particolarissima suspense, del tipo: “Sono caduto nel Mar Glaciale
Artico per tre volte oggi, ma per fortuna qualcuno è sempre stato vicino per
tirarmi fuori”.
Non è il primissimo scritto di Arthur Conan Doyle, racconti brevi precedenti
sono stati repertoriati. Ma notevole è l’impegno, giorno dopo giorno per sei
mesi. E l’esattezza.
Riscoperto recentemente, nel 2012. Già tradotto da Utet, come “Avventure
nell’Artico”.
Arthur Conan Doyle, Diario di
un’avventura artica, Nutrimenti, pp. 144 € 17
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